Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2017
Durata:40 min.
Etichetta:Nuclear Blast Records

Tracklist

  1. HEAVY FIRE
  2. WHEN THE NIGHT COMES IN
  3. DANCING WITH THE WRONG GIRL
  4. WHO RIDES THE TIGER
  5. COLD WAR LOVE
  6. TESTIFY OR SAY GOODBYE
  7. THINKING ABOUT YOU COULD GET ME KILLED
  8. TRUE BLUE KID
  9. TICKET TO RISE
  10. LETTING GO OF ME

Line up

  • Ricky Warwick: vocals
  • Scott Gorham: guitars
  • Damon Johnson: guitars
  • Robbie Crane: bass
  • Jimmy DeGrasso: drums

Voto medio utenti

Sarò sincero … dai Black Star Riders mi aspettavo qualcosa di più.
Al terzo full-length, dopo un discreto esordio e un eccellente “The killer instinct”, avrei gradito uno scatto “definitivo” capace di allontanarli risolutamente dal loro modello primario, forti di una dose di talento ed esperienza di certo non banali.
E invece “Heavy fire” è ancora una volta un buonissimo disco un po’ troppo legato al mito dei Thin Lizzy, un vincolo evidentemente talmente radicato da non poter proprio essere sciolto.
Ciò detto, bisogna anche ammettere che pochissimi sono in grado di recuperare il glorioso spirito dei Lizzies con la profondità e l’efficacia ostentata da Ricky Warwick e dai suoi pards, abilissimi nel restituirci le immortali atmosfere tipiche della band di Phil Lynott senza apparire manieristici o eccessivamente calligrafici.
E allora non possiamo far altro che “accontentarci” di un albo dai suoni piuttosto riconoscibili e tuttavia molto appagante e coinvolgente, marchiato a fuoco da un songwriting comunque brillante e da una prestazione esecutiva di notevole spessore tecnico e interpretativo.
Dalle pulsazioni brucianti della title-track, passando per il fervore blues n’soul di “When the night comes in” e “Ticket to rise”, il programma riserva cospicue gratificazioni emozionali, finendo per strapazzare i sensi dell’uditorio tramite una pièce de résistance di southern hard-rock come “Who rides the tiger”.
Se poi si cerca qualcosa di ancora più “devoto” e non per questo poco gradevole, è possibile affidarsi con egregi risultati a “Dancing with the wrong girl”, "Testify or say goodbye” e “True blue kid” (assai intrigante, altresì, il tocco vagamente Floyd-esco), mentre “Cold war love” (con tanto di reminiscenze Van Morrison-iane) soddisferà gli animi più sensibili e malinconici.
Sottolineando, infine, il pregevole lavoro di Nick Raskulinecz (Foo Fighters, Deftones, Rush, …) in cabina di regia e i testi mai scontati di un particolarmente ispirato Warwick, promuoviamo in maniera ampia questo sentito e vivace “atto d’amore”, nella malcelata speranza che tanta competenza e intensità si possa presto trasformare in un progetto artistico assolutamente emancipato ed evoluto.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 15 feb 2017 alle 15:58

una band "derivativa" ma di gran classe ottima recensione

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