Gli
OP3 si muovono sul confine tra vari generi musicali che vanno dall'ambient all'elettronica, dal jazz alla classica contemporanea. Alla base del brevissimo
"AWSS" c'è una storia d'amore lunga dodici mesi (l'acronimo sta per
Autumn, Winter, Spring, Summer, le quattro stagioni dell'anno solare), cantata in modo struggente dall'ospite
Runes, voce di Manchester (UK) dall'indubbio talento.
L'introduttiva
"Falling", paradossalmente, è il brano meno interessante: il pianoforte, la drum-machine e la (bellissima) voce di
Runes alla lunga risultano un po' monotoni e ridondanti. Va molto meglio con la successiva
"Siren", con il suo riuscitissimo arrangiamento dal carattere cinematografico, soprattutto nella scrittura degli archi, avvolgenti ed evocativi. In
"Again" torna protagonista la voce, sviluppata su più tracce alla maniera dei Queen, per un breve episodio sognante dalle tinte fredde.
"Forest" è più vicina alla forma canzone tradizionale, e prelude alla conclusiva
"Hazel", dove colpisce il connubio tra i caldi suoni acustici e gli algidi timbri sintetici.
Poco più di 20 minuti che non hanno niente a che fare col rock, ma che di certo non lasciano indifferenti...
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