Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2017
Durata:56 min.
Etichetta:Sleaszy Rider Records

Tracklist

  1. IVLIA GENS (INCIPIT) / SVPREMVS DVX
  2. TRIVMVIRATVM
  3. DE BELLO GALLICO
  4. BRITANNIA CAPTA ERIT / ALEA IACTA EST
  5. ROMA
  6. AEGYPTVS (TEMA DI CLEOPATRA)
  7. CAESAR (TEMA DI CESARE)
  8. ROMANA CONSPIRATIO (TEMA DI BRUTO)
  9. DIVINI PRAESAGII (ROMANORVM DEORVM)
  10. LE IDI DI MARZO (THE IDES OF MARCH)
  11. IVLIVS CAESAR (DIVVS ET MYTHVS)

Line up

  • Hesperus: all instruments, vocals

Voto medio utenti

Provate a fare un giro per una qualsiasi città italiana: kebabbari, sushi, beduini, pollo al curry, donne mascherate, bancarelle assortite... la chiamano multiculturalità o complessità culturale, la definiscono ricchezza.
Sarà vero?
Per me no. Ma io sono un retrogrado.

Per me una delle ricchezze più grandi è la propria identità culturale, la propria storia.
Ecco, esattamente su questo concetto si fonda la musica di Hesperia.
Amore per la nostra storia, quella italiana, per la nostra cultura e per le nostre radici.
Dopo l'ottimo Metallum Italicum che chiudeva la quadrilogia dedicata all'Eneide, la one man band di Hesperus torna con il nuovissimo "Caesar [Roma vol.I]", album, come è facile intuire, dedicato alla figura di Cesare e alla storia di Roma che sarà oggetto di altri due lavori che andranno a completare una nuova trilogia di questo artista che, ancora una volta, mette in evidenza la sua unicità in tutto il panorama metal non solo di casa nostra, ma di tutto il mondo.
Le coordinate sonore su cui si sviluppa il nuovo album sono, in linea di massima, le stesse del disco precedente: parliamo di un particolare mix di epic metal anni '80, rock italiano anni '70, heavy alla Iron Maiden (omaggiati da una cine-cover di "The Ides of March") , inserti folk celtici ed egiziani, con tanto di strumenti tipici, pagan black metal e, soprattutto, una forte componente teatrale / lirica, quasi cinematografica, che marca a fuoco tutta l'intelaiatura di un concept complesso, ben articolato e, di certo, affascinante.

E' evidentissimo che Hesperus ama quello che fa.
La maniacale cura dei dettagli, la scelta dei suoni, i luoghi in cui l'album è stato registrato (Sferisterio di Macerata, Rubicone...), l'attenzione alle vicende storiche, il coraggioso uso della lingua italiana e del latino nei testi delle canzoni, l'immagine, l'essere "altro" rispetto a tutto e tutti, sono tasselli che mettono in luce l'amore per la propria arte, la passione per la propria musica e, di conseguenza, l'attaccamento per la propria storia e identità.
Inevitabilmente tale passione si "trasforma" anche in ottima musica.
Sembra banale scriverlo, ma visti i tempi, banale non lo è affatto.
La nuova metal opera, perché di questo si tratta, di Hesperia potrà certamente non incontrare i gusti di tutti, vista la sua peculiarità, ma la sua qualità mi pare innegabile.
I toni epici delle canzoni sono perfetti per descriverne le atmosfere e le tematiche, gli inserti operistici, con tanto di tenore, geniali per sottolineare il pathos di certi passaggi, l'uso della voce ed il ricorso ai modelli degli anni '80 e '70 fatti con cognizione di causa e perfettamente calati in un contesto che trasuda Roma e Italia da ogni poro in barba ai vichinghi del nord o ai Che Guevara de noantri o a tutti i falsi miti e modelli ai quali, purtroppo, sempre più spesso siamo portati a guardare quando, invece, non ne avremmo alcun bisogno.
Hesperia, fortunatamente, questo ultimo concetto lo conosce benissimo e guarda con orgoglio alla storia del nostro bel paese e la trasforma in un album che non solo racconta le gesta di un grande condottiero come Cesare, ma che lo fa con una musica viva, pulsante, metal, ricca di dettagli e colma di orgoglio per una ricchezza (vera) culturale che troppi tra noi hanno sacrificato sull'altare della superficialità e, peggio, di una ignoranza che sta avvolgendo la nostra società scendendo dall'alto e diffondendosi in profondità.

"Caesar [Roma vol.I]" è un valido antidoto a questa ignoranza, è un buon modo per fermarsi un attimo e guardarsi indietro, è, dunque, un viaggio a ritroso nel tempo che ci porterà fuori dalla realtà quotidiana e che ci permetterà, una volta tornati, di guardarla con ogni diversi e più consapevoli.
Forse sono esagerato, ma l'ho già scritto: io sono un retrogrado.

Allora, onore ad un artista di cui ammiro il coraggio e la musica della quale, mi auguro, qualcuno tra voi si innamorerà.

Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 31 mar 2017 alle 15:01

Un "me ne frego" alla fine potevi anche mettercelo, dai.

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