Ufficialmente sciolti nel 2013, un anno dopo la tragica scomparsa di
Trond Bråthen (in arte
Trondr Nefas) chitarrista e bassista della band, i norvegesi
Beastcraft "tornano" sul mercato discografico con
"The Infernal Gospels of Primitive Devil Worship", un album che la casa discografica, la
Pulverised Records, definisce, ovviamente aggiungo io, il canto del cigno per uno dei migliori rappresentanti del true norwegian black metal... al di là delle classiche "sparate" di marketing, la verità è che questo album, composto da brani che sono sostanzialmente riproposizioni di materiale demo, è un prodotto destinato, solo ed esclusivamente, a chi è rimasto ai primissimi anni '90 quando in Norvegia si bruciavano le chiese e si registrava, con i piedi, una manciata di lavori che sarebbero poi entrati nel mito.
L'ascolto di
"The Infernal Gospels of Primitive Devil Worship" porta, inevitabilmente, alla mente i Darkthrone di "Under a Funeral Moon" o "A Blaze in the Northern Sky": stessi suoni, stesse strutture, stesso tutto in pratica.
Peccato che i
Beastcraft non siano i Darkthrone però e peccato che questa musica, ormai, tutto quello che doveva dire lo ha già detto.
Al netto di quanto appena scritto, considerando che io sono un buono e cerco sempre di vedere del buono in tutto, aggiungo che il duo (completato dal cantante/batterista
Sorath Northgrove) riesce (riusciva) a creare le giuste atmosfere, soprattutto nei pezzi lenti che sono certamente i migliori, e che sembra(va) credere realmente in quello che fa(ceva), adorazione di Satana compresa.
Riassumendo il tutto in poche parole non posso che concludere con:
true norwegian black metal!Vi basta?
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