"In Extremis", sesta prova in studio per i polacchi
Azarath, non è semplicemente un album di death metal, è IL death metal come sempre dovrebbe essere.
Quello che abbiamo tra le mani è, dunque, un manifesto. Il manifesto della morte.
Tra le devastanti note del lavoro non troverete nessuna innovazione, nessuna soluzione stramba, nessuna concessione alla banalità: qui abbiamo solo ed esclusivamente odio.
Odio vomitato dalla rabbiosa voce di un
Necrosodom in forma strepitosa.
Odio macinato dalla macchina
Inferno che siede dietro il drum kit.
Odio viscerale nel riffing contorto e satanico di
Bartłomiej "Bart" Szudek.
Odio, odio e ancora odio.
I Deicide, tanti anni fa, hanno indicato la via. I Behemoth hanno reinterpretato l'insegnamento in chiave black metal. Oggi gli
Azarath sono, senza se e senza ma, i massimi interpreti del genere: ascoltate con molta attenzione un brano strepitoso come
"The Slain God", con il suo finale epico e gonfio, ancora, di purissimo odio, o la micidiale
"At the Gates of Understanding", che annichilisce con un rabbia sulfurea e sottilmente melodica, ascoltate ogni singolo passaggio di questo disco con attenzione, ascoltate la sublime tecnica strumentale al servizio della distruzione, ascoltate ogni assolo, ogni urlo... non troverete niente di fatto meglio.
Questo è il metallo della morte.
Punto.
Di certo troverete qualcuno che bollerà il disco come manieristico e gli
Azarath come gruppo di dinosauri: a noi di queste considerazioni non importa nulla e, con un ghigno malvagio stampato in faccia, ci lasceremo travolgere dalla inaudita violenza di
"In Extremis".
Il disco death metal di quest'anno.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?