Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2006
Durata:45 min.
Etichetta:Relapse
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. OBLIVION
  2. ABOMINATION REBORN
  3. REDEMPTION
  4. BIND TORTURE KILL
  5. MISCONCEIVED
  6. TRANSLUCENT PATTERNS OF DELIRIUM
  7. CREED OF THE INFIDEL
  8. REGRET
  9. ENTRAILS OF YOU
  10. THE END OF ENDS
  11. PRELUDE TO REPULSION

Line up

  • Frank Mullen: vocals
  • Terrance Hobbs: guitars
  • Guy Marchais: guitars
  • Derek Boyer: bass
  • Mike Smith: drums

Voto medio utenti

I Suffocation del 2006 sono come un motore diesel, con una progressione lenta ma inesorabile verso l'alto. Il loro "Souls To Deny" è stato niente più che un discreto album, con buone idee e ben suonato, ma forse era logico aspettarsi una prova non esaltante dopo così tanti anni di inattività, mentre era altrettanto logico attendere un salto di qualità con il disco successivo. E il qui presente "Suffocation" non tradisce le attese; se questa tendenza verso l'eccellenza sarà mantenuta, non oso pensare cosa potrebbe essere il prossimo album. Il qui prezioso dischetto si va a collocare nella scia di quanto sentito su "Pierce From Within", di conseguenza ogni buon conoscitore del nostro amato genere estremo sa a cosa va incontro. Con quest'ultima fatica il gruppo tende a sposare maggiormente alcune sonorità più cupe in stile Morbid Angel capitolo "Gateways to Annihilation", ben evidenziate dalle iniziali (ed esaltanti) "Abomination Reborn" e soprattutto "Redemption", veri picchi qualitativi che valgono da sole il prezzo del biglietto. Altre canzoni quali "Translucent Patterns of Delirium" o "Creed Of The Infidel" invece appaiono più come riempitivi di lusso, cioè come song che perdono leggermente la loro identità e si confondono nel marasma generale ma che comunque il 90% dei gruppi della scena death si sognano di comporre. Inutile dilungarsi sulla competenza tecnica dei singoli strumentisti, esaltati anche da una produzione pulitissima che porta Mike Smith ad esaltarsi tra rallentamenti mortiferi e cataclismiche accelerazioni, mentre Frank Mullen potrebbe tranquillamente cambiare il suo nome in Dave Vincent senza che nessuno ne abbia troppo a ridire. In poche parole: prendetene o pentitevi tutti!
Recensione a cura di Roberto 'Robbyy' Corbatto
Suffocation

Se all'inizio non colpisce per i motivi che un disco dei suffocation è solito non colpire, ascoltandolo più volte e più attentamente si riesce a trarre che il disco è semplicemente il più diretto (e moderno) della loro discografia. I pezzi prendono bene, e riascoltandoli non annoiano: questo suggerisce che snellendo il loro stile i suffocation riescono fare un piccolo passo in avanti, evolvendosi in maniera significativa (e anche inaspettata).

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