Già da come si sviluppa l'opener "
Instinct to Defend", e soprattutto per come si chiude, ecco cancellare ogni dubbio: gli
Stormage sono tedeschi.
Infatti, arrivano da Attendorn (nella Renania Settentrionale-Vestfalia) e musicalmente si muovono lungo un Power & Heavy Metal articolato, frenetico e che non rinnega passaggi thrasheggianti ma anche aperture melodiche, sulla scia di Brainstorm e Angel Dust, ma anche U.D.O. e Rage.
Attivi da quasi vent'anni, anche se inizialmente sotto il nome Anthem, gli
Stormage, hanno realizzato solo quattro album, di cui "
Dead of Night" è l'ultimo, uscito per la
Massacre Records, e ovviamente anche quello più rappresentativo dello stato di forma di questo quartetto, visto che segue a dieci anni di distanza il precedente "Sudden Awakening".
Qualche buono spunto qua e là non riesce a lasciare il segno, sia per un songwriting non particolarmente vincente sia per la prestazione del cantante (e chitarrista)
Heiko Heseler, piuttosto incolore, limiti ben evidenti nelle canzoni che si incontrano proseguendo con l'ascolto, nell'ordine "
Anguish of Mind", "
Heretic Enemy" e a seguire l'insipida power ballad "
Prime of Life", dove provano, invano, a stupire piazzando sul finale un coro di bambini (un po' alla maniera di "They Want War" degli U.D.O.).
Non che proseguendo le cose tendano comunque a migliorare, al più possiamo riconoscere alla quadrata "
In the Line of Fire" di aver un buon piglio, ma poi un pastrocchio come "
The Deadly Blow" (con gli
Stormage che si ripetono incespicando pure sulla conclusiva "
Borne the Agony"), oltre a mettere alla corda l'ugola di Heseler, punta nuovamente il dito sui difetti degli
Stormage, che nell'occasione pagano dazio anche a livello di guitarwork.
Un'occasione mancata.
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