Dopo gli
Spectral Lore, suo progetto solista e dopo i
Locust Leaves, nel cui debut album suona la chitarra solista, torniamo ad occuparci di
Ayloss, poliedrico musicista greco, che, in collaborazione con lo storico vocalist
Antonis, riporta in vita il suo primo gruppo, i
Divine Element, con il qui presente
"Thaurachs of Borsu", secondo album dei Nostri dopo l'esordio omonimo uscito ormai sette anni fa.
A completare la formazione troviamo dietro le pelli
Hannes Grossman (Alkaloid, Blotted Science, Ex-Obscura, Ex-Necrophagist) la cui scelta evidenzia il "taglio" tecnico che i
Divine Element danno al loro melodic/epic black death metal di chiara matrice (e anima) greca e dall'ampio spettro espressivo vista la molteplicità di influenze diverse che si porta dietro.
"Thaurachs of Borsu" è un album complesso, potente, battagliero e dalla prorompente carica epica (la copertina è un indizio evidente) che si sposa perfettamente con il concept lirico che trae spunto dalla omonima novella, ancora inedita e scritta dallo stesso
Ayloss che la rilascerà a breve, in cui vengono descritti, su uno sfondo fantasy medievale, i diversi livelli di coscienza che un soldato scopre circa la guerra e le sue implicazioni.
Proprio "guerra" è, a mio parere, la parola più idonea a descrivere l'album: il suo incedere, le sue bellissime melodie medievaleggianti, la sua forza, le strutture stesse danno tutte l'idea e la sensazione di essere in battaglia, di trovarsi in mezzo ad un campo dove eroici soldati sono pronti ad affrontarsi fino alla morte per difendere i loro ideali.
Attenzione però: i
Divine Element non ci offrono musica "guerresca" dal taglio banale come potrebbero fare gli Amon Amarth (i cui sostenitori spero mi perdonino per quello che ho appena scritto), ma si impegnano nella costruzione di brani intricati, variopinti, arrangiati con una cura fuori dall'ordinario, suonati con grande perizia e ricchissimi di tanti dettagli, sia a livello strumentale, sia a livello vocale (
Antonis è davvero straordinario), tutti elementi che concorrono a creare una musica quasi progressive, eroica ed intelligente che, certamente, ha bisogno di attenzione per essere apprezzata in profondità sebbene, e questo è un grande pregio, essa sappia essere anche diretta ed immediata.
Insomma,
"Thaurachs of Borsu" è un gran bel disco (la
I, Voidhanger Records non sbaglia mai!) che tutti gli amanti delle atmosfere epiche, delle spade e delle armature non avranno problemi ad amare.
Non vi resta, dunque, che indossare le armature di cui sopra e scendere in battaglia al suono di veri e propri inni come la devastante title track o l'antemica
"Traitor's Last Stand", oppure perdervi nell'emozione di uno splendido affresco di pura poesia come
"Beyond the Sea", sicuri che, in ogni caso, sarà sempre la grande musica a cavalcare al vostro fianco.