Come ben sanno gli estimatori del loro esordio "
Done at last“, i
Lioncage si rivolgono al versante più “leggero” dell’
hard melodico e questo “
The second strike” non fa che confermare la loro grande ammirazione per Toto, Foreigner, Michael Thompson Band e Chicago.
Un’inattaccabile nobiltà ispirativa che però, almeno nelle mie valutazioni, non riesce a spingere i tedeschi verso il
gotha del genere (quello raggiunto, tanto per fare qualche esempio emblematico, da Work Of Heart e State Of Salazar …) e che ce li riconsegna ancora una volta nelle vesti di dignitosi interpreti del
rockrama “adulto”, tecnicamente preparati eppure un po’ evanescenti sotto il profilo emotivo.
Composizioni piuttosto godibili e tuttavia anche altrettanto epidermiche caratterizzano il programma di questo secondo lavoro, moderatamente variegato nei temi e non sempre perfettamente focalizzato nelle intenzioni stilistiche.
Così, se le atmosfere vaporose di “
Mysterious angel” rappresentano un avvio incoraggiante e il velluto
funky-AOR di “
Lights” fa sperare in qualcosa di ancora più gustoso, le successive “
Sunrise” e “
The other side of the moon”, sebbene piacevoli (la prima, in particolare), mancano del guizzo necessario a trasformare una “bella canzone” in un agglomerato indimenticabile di note.
La pulsante ed enfatica “
When dragons fall” riporta l’albo in territori maggiormente appassionanti, mentre “
Journeyman” torna a farlo precipitare in un limbo “dorato” fatto di un’effimera gradevolezza.
Andiamo meglio con le bollicine esplicitamente griffate Toto di “
Let it in”, le armonie soffuse di “
Secrets” (impreziosita dalla chitarra di
Tim Pierce) e la Journey-
iana “
The inner circle”, “
Colours” è nuovamente abbastanza anonima e “
Save the day”, pur senza strabiliare, piace per il suo contagioso dinamismo.
Una personalità latente e, soprattutto, un
songwriting non sempre adeguatamente incisivo collocano, al momento, i
Lioncage in una posizione un po’ staccata dall’eccellenza del settore … rimangono le consistenti qualità di un buon gruppo che dovrà impegnarsi strenuamente per colmare un
gap importante ma non del tutto proibitivo.
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