Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2017
Durata:44 min.
Etichetta:Pride And Joy Music

Tracklist

  1. MYSTERIOUS ANGEL
  2. LIGHTS
  3. SUNRISE
  4. THE OTHER SIDE OF THE MOON
  5. WHEN DRAGONS FALL
  6. JOURNEYMAN
  7. LET IT IN
  8. SECRETS
  9. THE INNER CIRCLE
  10. COLOURS
  11. SAVE THE DAY

Line up

  • Thorsten Bertermann: vocals
  • Torsten Landsberger: drums
  • Lars König: guitars
  • Lars Slowak: bass
  • Sven Zimmermann: bass
  • Andreas Laude-Schwedewsky: bass
  • Dirk Meyer: bass
  • Mitch Knauer: keyboards
  • Shanger Ohl: keyboards
  • Madeleine Lang: backing vocals
  • Anja Bublitz: backing vocals
  • Olaf Senkbeil: backing vocals
  • Billy King: backing vocals
  • Tim Pierce: guitars on “Secrets”

Voto medio utenti

Come ben sanno gli estimatori del loro esordio "Done at last“, i Lioncage si rivolgono al versante più “leggero” dell’hard melodico e questo “The second strike” non fa che confermare la loro grande ammirazione per Toto, Foreigner, Michael Thompson Band e Chicago.
Un’inattaccabile nobiltà ispirativa che però, almeno nelle mie valutazioni, non riesce a spingere i tedeschi verso il gotha del genere (quello raggiunto, tanto per fare qualche esempio emblematico, da Work Of Heart e State Of Salazar …) e che ce li riconsegna ancora una volta nelle vesti di dignitosi interpreti del rockrama “adulto”, tecnicamente preparati eppure un po’ evanescenti sotto il profilo emotivo.
Composizioni piuttosto godibili e tuttavia anche altrettanto epidermiche caratterizzano il programma di questo secondo lavoro, moderatamente variegato nei temi e non sempre perfettamente focalizzato nelle intenzioni stilistiche.
Così, se le atmosfere vaporose di “Mysterious angel” rappresentano un avvio incoraggiante e il velluto funky-AOR di “Lights” fa sperare in qualcosa di ancora più gustoso, le successive “Sunrise” e “The other side of the moon”, sebbene piacevoli (la prima, in particolare), mancano del guizzo necessario a trasformare una “bella canzone” in un agglomerato indimenticabile di note.
La pulsante ed enfatica “When dragons fall” riporta l’albo in territori maggiormente appassionanti, mentre “Journeyman” torna a farlo precipitare in un limbo “dorato” fatto di un’effimera gradevolezza.
Andiamo meglio con le bollicine esplicitamente griffate Toto di “Let it in”, le armonie soffuse di “Secrets” (impreziosita dalla chitarra di Tim Pierce) e la Journey-ianaThe inner circle”, “Colours” è nuovamente abbastanza anonima e “Save the day”, pur senza strabiliare, piace per il suo contagioso dinamismo.
Una personalità latente e, soprattutto, un songwriting non sempre adeguatamente incisivo collocano, al momento, i Lioncage in una posizione un po’ staccata dall’eccellenza del settore … rimangono le consistenti qualità di un buon gruppo che dovrà impegnarsi strenuamente per colmare un gap importante ma non del tutto proibitivo.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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