Kaledon - Carnagus: Emperor of the Darkness

Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2017
Durata:43 min.
Etichetta:Sleaszy Rider Records

Tracklist

  1. TENEBRAE VENTURE SUNT
  2. THE BEGINNING OF THE NIGHT
  3. EYES WITHOUT LIFE
  4. THE EVIL WITCH
  5. DARK REALITY
  6. THE TWO BAILOUTS
  7. TRAPPED ON THE THRONE
  8. TELEPATHIC MESSAGES
  9. EVIL BEHEADED
  10. THE END OF THE UNDEAD

Line up

  • Michele Guaitoli: vocals
  • Alex Mele: guitars
  • Tommy Nemesio: guitars
  • Paolo Campitelli: keyboards
  • Paolo Lezziroli: bass
  • Manuele Di Ascenzo: drums

Voto medio utenti

Con questo nono album dei Kaledon si apre la "mark III" della band, che possiamo a grandi linee far coincidere con la presenza dei vari cantanti all'interno della formazione capitolina: i primi quattro "Legend" con Claudio "The Siren" Conti alla voce fortemente dediti al power metal più selvaggio, ed altri quattro con Marco Palazzi, un singer dal timbro completamente diverso, molto più pieno ed hard rock, che ha comportato anche una svolta nel sound, specialmente nei "Legend" 5 e 6, per poi tornare nei seguenti "Altor" ed "Antillius" a coordinate power, sebbene differenti da quelle dei primi lavori.

Con l'arrivo di Michele Guaitoli, già con gli Overtures, mi attendevo un nuovo cambio di stile come accaduto ogni volta in passato...e così è stato.
I Kaledon, pur sempre all'interno dell'universo classic metal, hanno nuovamente cambiato pelle, sapendosi rinnovare/innovare ancora una volta; i vecchi sostenitori della band - come il sottoscritto - senza dubbio saranno quelli maggiormente spiazzati, sebbene il cambio non sia così drastico come quello accaduto nel 2008, quando si passò da un meraviglioso disco power tout-court come "Legend of the forgotten Reign - Chapter 4: Twilight Of The Gods" all'hardrockeggiante "Legend of the Forgotten Reign - Chapter 5: A New Era Begins".

Il nuovo "Carnagus: Emperor of the Darkness", pubblicato dalla Sleaszy Rider Records (peraltro la stessa label degli Overtures), è un album molto ripeto MOLTO più asciutto e diverso del precedente "Antillius", che era assai più orchestrato e pomposo, oltre ad essere oltre 20 minuti più lungo di questo; ne risulta un disco diretto, rapido, veloce (in tutti i sensi) e assai più orientato ad essere "semplicemente" un disco di heavy metal classico, a volte con sonorità più moderne a volte con un taglio più vecchia scuola, con qualche rimando a soluzioni power usate nel passato come nella bella "The Evil Witch", brano adoperato anche per il video, che rapisce per immediatezza ed epicità del chorus.



Basta ascoltare i primi riff dell'iniziale "The Beginning of the Night" per capire che da questo "Carnagus: Emperor of the Darkness" bisogna approcciarsi alla musica dei Kaledon in maniera differente rispetto al passato; il voler uscire, come giustamente dichiarato, dalla logica "intro-strofa-bridge-ritornello" da una parte conferisce maggior dinamismo al lavoro, aiutato come detto dal ridotto numero di brani e dal minutaggio che supera di poco i 40 minuti (aaah le vecchie Basf o TDK da 46), dall'altra è un'operazione rischiosa per la band che, nell'epoca di Spotify dove se non convinci nei primi 20 secondi il tuo disco viene skippato per sempre, ha deciso per un approccio adulto e ragionato, tant'è che ci siamo avvicinati a "Carnagus" con molta meno facilità rispetto ad un "Altor" per esempio, che a distanza di quattro anni si conferma un lavoro straordinario ma che ci aveva fulminato sin dal primo ascolto.

Qui invece dobbiamo usare l'odiatissima ma azzeccata frase "cresce con gli ascolti", quegli ascolti che man mano che si intensificano fanno apprezzare maggiormente un passaggio che sulle prime sembra strano o non convince e che invece volta volta diventa meno ostico, poi carino, poi bellissimo e poi una mattina vi accorgete che la gente vi guarda strano perchè lo state cantando a voce alta in metro sguainando la spada. (chi ha detto "The Two Bailouts"?)

Riuscirà il frenetico e bambinesco mercato di oggi a rallentare per un secondo? Ovviamente no, ma ci si augura sempre che in un mercato di nicchia come questo ci sia ancora qualche ascoltatore di intelligenza media più alta di un'ameba che dia ancora adito ad un musicista di esprimersi su binari lontani da quel pop che una volta odiavamo anche "noi", quando puntualmente ogni giugno/luglio usciva la canzone schifosa che ci accompagnava per l'estate prima di dimenticarla per sempre.

Oltre a questo, ci sono anche un paio di episodi decisamente sottotono rispetto al resto dei brani, ovvero "Dark Reality", semplicemente poco ispirata, e la fin troppo estrema "Telepathic Messages" in cui ci sono momenti dedicati ad uno scream/growl un po' fuori contesto e linee melodiche così così, al contrario delle tastiere di Paolo Campitelli invece in grande spolvero, così come l'anima storica della band ed il nuovo drummer Manuele Di Ascenzo, per tutta la durata del disco.
Chiude la terremotante "The End of the Undead" che non è la solita suite con cui i Kaledon chiudevano pressochè tutti i loro dischi precedenti e questo la dice lunga sulla discontinuità attuata da Alex Mele e soci.

Lascio volutamente in fondo le osservazioni su chi invece aveva la maggiorparte dei fari puntati addosso, ovvero il buon Michele che invece svolge in tutta tranquillità il proprio lavoro, sfoderando una prestazione perfettamente adeguata alle velleità di un disco che fa ripartire i Kaledon da una nuova dimensione, diversa anche nei suoni dato che per la produzione sono stati accantonati per questa volta gli Outer Sound Studios in favore dei Domination di Simone Mularoni.

C'abbiamo messo un po' ma lo abbiamo ascoltato, metabolizzato ed apprezzato. Un paio di brani dal refrain maggiormente vincente e memorizzabile (stile "The Evil Witch", appunto) avrebbero giovato e forse proprio la mancanza di qualche altra "hits" è l'unico limite importante di "Carnagus: Emperor of the Darkness" ma questa nuova veste dei Kaledon non solo ci piace a livello sostanziale ma anche a livello formale, per il coraggio e la direzioni prese.
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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