Copertina 6,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2017
Durata:63 min.
Etichetta:Scarlet Records

Tracklist

  1. THE BEGINNING OF A NEW ERA
  2. MAN OF A THOUSAND FACES
  3. ALL THE KINGSMEN
  4. PREPARE FOR WAR
  5. HEROES OF THE DAY
  6. MIGHTY EAGLE
  7. INTO THE GLORY BATTLE
  8. THE SPEECH
  9. MEAN STREAK
  10. FLYING OVER THE SNOWY FIELDS
  11. CAN’T STOP THE HEAT
  12. THIS WAR IS USELESS
  13. HEAVY BURDEN
  14. FREEDOM
  15. MEAN STREAK (BONUS TRACK)

Line up

  • Mattias L.: vocals, piano
  • Esa Ahonen: guitars, keyboards
  • Markus Grundström: guitars
  • Roland Westbom: bass
  • Micke Dahlkvist: drums

Voto medio utenti

"Into the Glorious Battle", quinto full length per gli svedesi Cryonic Temple, svela sin da subito suoni un po' più plasticosi rispetto al passato e con un passo spedito che talvolta ricorda i Sabaton (beh... anche in qualche titolo, come "Prepare for War" o "Into the Glory Battle"), ma che i Cryonic Temple riescono bilanciare con un approccio decisamente più melodico e concedendo larghi spazi di manovra alle tastiere, insistendo un po' troppo con le ballad, mettendo comunque in mostra un bel guitarwork, già a partire da "All the Kingsmen", peccato però che si accompagni a un pulsare ritmico che risulta freddo e sintetico. Così l'album stenta a decollare e a carpire le attenzioni dell'ascoltatore, nel caso anche quelle del sottoscritto che in passato aveva invece promosso a pieni voti sia il precedente "Immortal" sia (e soprattutto) "In thy Power".
A riguardo va ricordato che di quei dischi su questo nuovo lavoro ritroviamo solamente il chitarrista Esa Ahonen, ormai unico superstite della formazione originale, che si è circondato di quattro nuovi compagni di viaggio per riprendere l'avventura dei Cryonic Temple, peraltro alle prese, per la prima volta, con un concept di stampo fantascientifico.

A sorpresa il primo brano che si fa largo tra l'incipiente perplessità è la ballad "Heroes of the Day" (nettamente superiore alla ben più melensa "This War Is Useless"), con dalla sua un bel tocco melodico, di quello che fa pensare ai Sonata Arctica o ai Freedom Call, e in possesso della necessaria capacità di emozionare.
In chiusura, come bonus track "Mean Streak", che pur non essendo una cover dell'omonimo brano dei Deep Purple e nemmeno di quello degli Y&T, si distacca dal contesto generale proprio per il suo D.N.A. dall'imprinting profondamente Hard Rock.

Sicuramente qualche alto e basso di troppo... temo che oltre ad una line-up largamente rimaneggiata paghino anche la lunga pausa discografica - quasi nove anni - tra "Into the Glorious Battle" e il suo predecessore.



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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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