Finalmente ho tra le mani il debutto degli Arcadia, band vercellese dedita ad un cyberthrash di chiara matrice fearfactoryana e con evidenti richiami agli Strapping Young Lad. Devo dire che dopo aver ascoltato il promo di quattro tracce inviatomi per l’intervista la mia curiosità era tanta. Quel promo mi colpì molto e mi diede una speranza. Ebbene quella speranza, dopo ripetuti ascolti del full lenght, non è andata per nulla delusa! Un disco davvero ottimo, un disco nel quale l’assalto sonoro è costante, ora più controllato e ora invece irrefrenabile. Notevole è il lavoro svolto in fase di produzione che ci consegna un prodotto moderno e capace di reggere il confronto non solo con la scena italiana ma anche internazionale. Altro punto di forza di questo disco è l’uso della melodia e dei cori i quali, pur dovendo tantissimo ad un disco come “Demanufacture”, hanno quell’appeal tipicamente italiano. Questo fa sì che a primo impatto ci si senta spiazzati ma poi dopo ripetuti ascolti si scopre che quei cori e quella melodia si ficcano direttamente nel cervello. Gli Arcadia puntano a colpire l’ascoltatore con ritmiche sintetiche e precise, chitarre taglienti e penetranti nonché un cantato davvero ottimo, diretto figlio di Burton C. Bell. Altra caratteristica sono gli improvvisi e schizoidi cambi di ritmo che trasudano tutta la passione di questi ragazzi per gli Strapping Young Lad (passione confermatami in sede di intervista).Un disco che per certi versi, a primo impatto, può risultare un pò monolitico ma che resiste alla prova dell’ascolto ripetuto. Volendo entrare nel dettaglio non posso fare a meno di notare le stupende e variegate “Behind”, “Shiver Vision” e “H.I.R.A.” e le brutali e devastanti schegge cyber-core di “Belief Machine”, “Future Shock “ e “Termin@tion”. Bellissima è anche “Inner Hate” coi suoi contrasti tra la melodia malata e glaciale e gli stacchi brutali e disperati, caratteristica questa di tutto l’album.Se un appunto si può fare al gruppo è, a parte la derivatività della proposta (fisiologica e inevitabile direi…), il fatto che forse manca un hit-single ovvero il pezzo capace sia di garantirgli passaggi promozionali sia di mitigare la pesantezza di questo disco. È inutile che vi dica che a me dell’hit-single non mi freghi nulla (mi sarebbero piaciuti ancora più brutali e devastanti…), ma ad essere obiettivi sarebbe stato meglio se ci fosse stato. Splendida è anche la copertina, in tema con la materia sonora dell’album. Purtroppo non dispongo delle liriche dell’album quindi non posso addentrarmi più di tanto. I titoli delle songs però parlano chiaro. Se è vero ciò che promettono dallo scarno master in mio possesso, allora vi assicuro che “Synth” sarà un disco ottimo e professionale sotto tutti gli aspetti. È presente anche il video di “Future Shock” che è un ulteriore incentivo a fare vostro questo disco, anche se forse è la cosa che meno conta in questo disco. Nell’attuale scena italiana e dopo il mezzo flop dei Fear Factory, gli Arcadia possono dire la loro. Eccome se possono!!! In definitiva un debutto assolutamente ottimo, fatelo vostro e supportate la scena italiana.