C’è poco da dire sui nostrani Hour Of Penance, band giunta al secondo disco, se non che sono una band con i controcoglioni.
Brutal Death Metal di scuola americana 100%, ben suonato, ben prodotto, completo sotto tutti i punti di vista, con un cantante con le palle, un songwriting maturo e vario, potenza, cattiveria, velocità, brutalità, momenti più slow, accelerazioni di batteria terrificanti, riffing assassino.
I romani ci sanno fare sul serio, si vede lontano un miglio che sanno di cosa stanno parlando, e sanno bene che il death metal se ne frega delle convenzioni, se e frega dell’open-minding di facciata, se ne frega delle innovazioni e delle sperimentazioni, perché il death metal è innanzitutto massacro, fottuto massacro, è carne sanguinolenta.
Allora giù a picchiare di brutto in pezzi come “Celebrating Collective Terror”, che inizia come una furia inarrestabile, come “Life In A Pain Amplifier” che gli americani definirebbero “heavy as fuck!”, oppure come “Naked Knife Absolution”, altro pezzo molto corto ma intricato e ancora una volta mi vengono in mente gli americani che stavolta userebbero il termine “savagely”, un termine per dire che il pezzo è intricato, paludoso, a cui gli Hour Of Penance aggiungono una dose di velocità scriteriata. Non mancano i pezzi più lenti come la conclusiva “Egomanisch”, dove le cadenze si fanno pesanti come macigni, e dove sembra spirare lentamente tra le spira di un boa constrictor.
Insomma ci troviamo di fronte ad un vero e proprio manuale del perfetto death metal, roba che andrebbe regalata insieme ad un’ipotetica Garzantina del death metal. Perfetti.
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