Vi dirò la verità: non sapevo cosa aspettarmi chiedendo in redazione la possibilità di recensire questo
"Dawn of Genesis", debut album dei finlandesi
Legionnaire (apro e chiudo parentesi: monicker spettacoloso!) edito da
Gates of Hell Records.
Certo la preview dell'artwork mi aveva ben impressionato, mescolando elementi medievaleggianti e fantasy, ma questo non poteva essere sufficiente poichè non sempre la qualità della proposta va di pari passo con la bellezza delle cover.
Beh...in questo caso invece le due cose vanno a braccetto: anche il contenuto dell'album è di prim'ordine!
Deve esserci qualcosa di speciale nella vasta terra dei mille laghi, qualcosa che in passato Euterpe deve aver apprezzato particolarmente: non si spiega altrimenti come le bands che provengono da quelle terre siano baciate da talento e gusto unici nel panorama metal odierno.
Non appena le prime note di
"Clairvoyance" escono dal lettore due parole mi si stampano in mente: Iron Maiden.
Raramente avevo ascoltato dei riffs in grado di trasportarmi di peso indietro nel passato, quando consumavo letteralmente quei due capolavori che rispondono al nome di "Killers" ed "Iron Maiden".
Ancora incredulo proseguo con la successiva
"Enigma of Time" che non fa altro che confermarmi le prime impressioni: i
Legionnaire hanno talento, tanto talento.
A questo punto sono divorato dalla curiosità ed ascolto con avidità
"Shadow upon the Metropolis" nella quale -perdonate il peccato di lesa maestà- la coppia
Tiensuu/Ranta rivaleggia per gusto ed affiatamento con i maestri Smith/Murray/Gers senza sfigurare.
Le liriche fantasy e fantascientifiche di
"Millennium",
"The Guardian" e della title track
"Dawn of Genesis" mi guidano attraverso le idee musicali dei finnici fatte di intrecci armonici medievaleggianti e richiami ad altri grandi gruppi dei primi anni 80 (Liege Lord e Brocas Helm su tutti) il tutto però re-interpretato e modernizzato in modo da risultare fresco ed attuale.
In questa parte centrale del lavoro (che con le sue 8 tracce supera a stento i 30 minuti di musica) risulta evidente quello che a mio avviso è il più grande problema della band: la voce di
Tiensuu purtroppo non è all'altezza della grande qualità della musica, risultando spesso priva di profondità e monotona nell'interpretazione delle linee vocali.
Difetti e pregi trovano conferma puntuale nelle ultime due tracce del disco
"Black Harbinger" e
"Olympian Aegis", forse le più deboli dell'intero lotto, nelle quali fanno capolino i primi cori in soccorso del vocalist.
A mio modesto parere trovando una voce più "importante" e sollevando il buon
Aku dal doppio ruolo di singer/chitarrista i
Legionnaire potrebbero davvero giungere al punto di svolta: hanno tutto per ritagliarsi un ruolo di primissimo piano nell'affollato panorama metallico odierno.
Avercene di debutti simili....
Legionnaire -
"Dawn of Genesis"
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