A discapito di una carriera ultra ventennale, il gruppo si è formato nel 1992, e nonostante una produzione discografica di indubbia qualità, i tedeschi
Black Messiah sono sempre rimasti ai margini della scena pagan / folk metal non ottenendo mai i riconoscimenti che, probabilmente, avrebbero meritato e che, invece, hanno arriso a colleghi meno dotati.
Incuranti di tutto ciò, i Nostri continuano a sfornare album interessanti come il nuovissimo
"Walls of Vanaheim", il primo rilasciato per Trollzorn, che si ricollega, tematicamente, a "First War of the World" (2009) costituendo la seconda parte di una storia, epica, che partendo dall'assassinio del gigante Mime, amico di Odino, narra le vicende degli Asa che dal Valhalla muovono verso la città di Vanheim per distruggerla.
Siamo, dunque, al cospetto di un concept album nel quale i brani sono collegati (ed introdotti) tra di loro da lunghi intermezzi recitati che descrivono l'evolversi della storia mentre, per quanto concerne l'aspetto propriamente musicale, il gruppo stempera la furia di inizio carriera all'interno di una miscela più "classica" che sa unire metal pagano con partiture folk e power metal perfette per fare da sfondo al concept.
I
Black Messiah si dimostrano compositori abili: ogni brano è bilanciato in maniera egregia tra aggressività e melodia e, fortunatamente, la loro musica non è mai banale o pacchiana come spesso, nel genere, mi tocca sentire, anzi al contrario il gruppo cesella momenti ariosi ed epicissimi, ricorrendo all'immancabile violino del leader
Zagan e ad inserimenti di tastiere mai troppo invadenti, senza perdere di vista il fatto di stare scrivendo, e suonando, Heavy Metal, cosa questa che non è così scontata, o semplice, come potrebbe apparire quando abbiamo a che fare con un genere come questo che spesso dimentica l'importanza delle sei corde e della forma canzone, errori che i
Black Messiah si guardano bene dal commettere riuscendo ad infondere potenza e brutalità alle loro composizioni, non solo, quindi, atmosfera e magniloquenza.
La buonissima qualità di questo
"Walls of Vanaheim" è testimoniata, tra l'altro, dalla difficoltà nello scegliere un brano particolarmente rappresentativo vista la media elevata di ogni singolo passaggio e trovandosi, quindi, di fronte all'imbarazzo della scelta sebbene la deliziosa
"Satisfaction and Revenge", la furiosa title track, così come l'oscura e malvagia
"Kvasir" siano pezzi che non è facile da ascoltare ogni giorno in un mercato discografico come quello odierno pieno delle peggiori porcherie.
I
Black Messiah, ne sono sicuro, resteranno nell'underground della scena "estrema", ammesso che li si possa relegare in questo settore, poichè il pubblico ha, da tempo ormai, smesso di interessarsi davvero alla buona musica per seguire i dinosauri o le ultime, plasticose, new sensation, ma, con altrettanta certezza, posso affermare che trascurare un album come questo sarebbe un peccato mortale che Odino in persona non vi perdonerebbe.
Si dia inizio alla battaglia!
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