La storia dei
Medusa1975 è curiosa, ma forse neanche così tanto. Formatisi a Chicago nel 1973, hanno dato alla luce un solo e introvabile album nel 1975, prima di tornare sul mercato nel 2017 con il qui presente - e dal titolo emblematico -
"Rising From The Ashes".
Nel full-length troviamo sei tracce - non troppo originali - di proto-metal/heavy-prog nostalgico e occulto, a cavallo tra Black Sabbath, High Tide e Wishbone Ash, per la gioia di tutti coloro che hanno lasciato un pezzo di cuore nella magica decade postuma alla "Summer Of Love".
L'hammond è in primo piano già dall'introduttiva
"Armageddon", forte di melodie semplici ma efficaci. La performance strumentale è modesta, diciamocelo, e la purpleiana
"Rage On" è lì a dimostrarcelo con i suoi assoli poco ficcanti e insipidi. L'epica
"Fall Of The House Of Usher" pone l'accento sulle sonorità doom e lisergiche della proposta, peccando forse di eccessiva prolissità, così come la successiva
"Turn To Stone", più vicina agli Uriah Heep di
Ken Hensley. La breve e diretta
"Into The Night" - che mi ha ricordato
"Argus" per la scrittura delle doppie chitarre - prelude alla conclusiva e soporifera
"9 Circles Of Hell", tour-de-force di idee più o meno riuscite che sembrano estratte direttamente da un disco dark prog di inizio Settanta.
Una prova di forza più che una vera esigenza creativa, ma ci si può accontentare...
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