I
Resurrect The Machine sono un’efficace dimostrazione del fatto che la “tradizione” può essere tranquillamente recuperata senza trasformarsi in una prestazione artistica pacchiana e acritica.
Per ottenere tale risultato è “sufficiente” possedere vocazione, passione, creatività e talento tecnico, tutte doti che i nostri californiani condensano in questo “
Uncover the truth”, un albo che procurerà più di un fremito a quanti amano “maestri” come Judas Priest, Metallica, Black Sabbath e Dio e inevitabilmente hanno nel cuore pure “gente” del calibro di Sword (quelli canadesi), Malice e Metal Church.
Heavy metal “classico”, dunque, screziato di
thrash n’ speed, che nelle sapienti mani di
Dean Ortega,
power vocalist di notevole espressività,
Andre Makina, costruttore instancabile di
riff e
assolo vincenti, e della potente e brillante sezione ritmica
Cotero /
Barabas, tramuta un “bel ricordo” in una realtà inossidabile.
Il suono è impetuoso e grazie a un costante gusto melodico e un’opportuna dose di fantasia compositiva il programma assicura elevati livelli d’interesse e di godibilità
cardio-uditiva per tutta la sua durata.
L’onda sonica comincia a travolgere l’astante fin dall’atto d’apertura “
Rush”, possente, frenetico ed evocativo, sensazioni riproposte immediatamente dalle cadenze d’acciaio di “
Kaos” (bello il fascinoso
break ad ampio respiro) e dalle incalzanti atmosfere caliginose di “
Meet your maker“, che uniscono tensione e immediatezza.
“
Creeper” e le due porzioni di “
No reason” (con qualcosa dei Warlord nel pre-finale di brano) mescolano
Bay-Area e
NWOBHM, mentre “
Cannnibal” è un gioiellino in note sinistro e alieno, che striscia subdolamente dritto al centro dei sensi.
Si continua con “
Headed for the sun”, che suona come il frutto di una proficua
jam session tra Metallica e Rainbow, e se qualcuno si fosse mai chiesto cosa potrebbe succedere se Death Angel, Iron Maiden e Judas Priest incrociassero il loro arsenale espressivo, “
Resurrect the machine” arriva a fornire qualche plausibile indicazione e a porre il sigillo ad un lavoro piuttosto riuscito.
Il plauso conclusivo lo riserviamo alla
Minotauro Records, una “piccola” eccellenza discografica italiana da molti anni garanzia di competenza e di grande attenzione per la sempre pulsante scena metallica
underground.
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