Dopo il primo EP di un paio di anni fa, di cui potete leggere la recensione non proprio entusiastica del nostro Flop cliccando
proprio qui, tornano i fiorentini
Haniwa, stavolti forti di un contratto con la simpatica
Qua Rock Records che da' alle stampe questo "
Helleven", un album presentato come modern thrash che sinceramente di thrash ha un po' poco ma senza dubbio presenta una band che della "modernità" (se si vuole porre l'attenzione sul fatto che non siamo di fronte nè al bay area sound ne' a quello tedesco della sacra triade), del groove e della rotondità fa i suoi cavalli di battaglia.
Purtroppo il risultato, ancora una volta, non convince.
A partire dalla produzione, con un rullante veramente esagerato e fastidioso, una voce sguaiata ma non "nel modo giusto", riffs fin troppo monolitici, ripetuti all'infinito e di pochissima presa, insomma già dopo 20 minuti di ascolto la situazione si fa pesante.
Non bastano i buoni solos a salvare la baracca: i brani più cadenzati sono mortali, una su tutti "
Return to Obscurity" ma anche quelli fulmicotone, come l'aggressiva e rapida "
Haniwa", sebbene notevolmente migliori non riescono a lasciare il segno, fin troppo semplici e banali e senza una struttura portante convincente, i riffs non colpiscono e la voce ancor meno.
Dispiace bocciare, stavolta in maniera ancora più netta, una band che peraltro dalla copertina, non so perchè, mi ispirava grossa fiducia ma purtroppo qui manca proprio il nocciolo della questione, a prescindere dalla produzione migliorabile e dalla voce poco appetibile: i brani non convincono, non funzionano, ed un secondo dopo l'ascolto non ci ricordiamo di loro, avendo lasciato poco o nulla al loro passaggio.
Si può e si deve fare meglio.