Dopo aver macinato continui e ripetuti ascolti, posso senza alcun dubbio affermare che il nuovo album dei Cathedral, oltre ad essere un disco semplicemente grandioso, si candida meritatamente ad essere considerato come uno dei migliori episodi discografici mai registrati dalla band di Coventry.
The Garden Of Unearthly Delights arriva a tre anni di distanza dall'ultimo studio album VII Coming e dopo la doppia raccolta dello scorso anno, che vedeva raccolti in due CD i migliori episodi della discografia dei Cathedral era Earache. Ora, finalmente accasati presso una signora label, i Cathedral possono tornare con un nuovo prodotto discografico, l'ottavo full lenght in 15 anni di carriera, nel quale è possibile trovare un concentrato di quanto di meglio l'eclettica formazione inglese abbia proposto in tutti questi anni. Non è infatti difficile ritrovare nel nuovo lavoro tutti i classici trademark dei Cathedral, dalle parti ultra slow ma sempre cariche di groove, alla melodia e orecchiabilità, con una spiccata e gustosissima tinta new wave (of British Heavy Metal, ovviamente) in due stupendi episodi quali "North Berwick Witch Trials" e "Corpsecycle", eredi dirette di monumenti quali "Midnight Mountain", "Hopkins" o "Ride". Troviamo passaggi acustici e granitici riff schiaccisassi affiancati dall'interpretazione magistrale di Lee Dorrian, di tanto in tanto accompagnato da una angelica voce femminile; troviamo archi e arrangiamenti al limite del prog e della fusion; e troviamo tutto questo raccolto in un unico imponente episodio quale "The Garden", brano a sé stante di oltre 27 minuti di durata, palese richiamo ai fasti del passato di "The Voyage Of The Homeless Sapien". Commento a parte meriterebbe solo questa composizione, dai continui cambi di registro e atmosfera, doom progressivo e atmosferico nel quale i Cathedral dimostrano una capacità compositiva e un gusto musicale davvero difficilmente eguagliabile. Da un inizio incantato, recitato dall'ammaliante voce femminile e posato su delicati arpeggi acustici, alla schiacciante pesantezza doom della parte centrale, per poi dare spazio sul finale a innesti di violino di sapore piacevolmente folk. Basterebbe una sola canzone di questa caratura a far valere l'acquisto di questo album, ma i Cathedral non si accontentano e in tutta la (ampia) durata di The Garden Of Unearthly Delights deliziano l'ascoltatore con freschezza compositiva, ispirazione, gran gusto e quel groove, quella passione e vibrante pulsione tanto cara al sound della band. La produzione poi di uno navigato come Warren Ryker (vedasi Crowbar e Down) conferisce la giusta forma ad una sostanza davvero di livello superlativo, per quello che si pone come un must per i Cathedral, per tutta la buona musica e come una delle migliori uscite di questi ultimi mesi.
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