C'è qualcosa che non va quando non vedi l'ora che un disco finisca...
I
Blind Seer tentano la strada dell'originalità "a tutti i costi", ma lo fanno in maniera goffa, approssimativa e, cosa ancor più grave, la vendono come oro colato. Il loro sound - checché ne dica la band - è pesantemente influenzato da certo progressive metal americano (scomoderei i Crimson Glory, i primi Savatage e, per certe licenze, i Riot) e risente di una scrittura spigolosa, poco orecchiabile e tutt'altro che fluida.
Ascoltate
"Defeaning Silence" o
"Revolution", e ditemi se riuscite a raccapezzarvi in tale marasma musicale. Se il trio decide di spingere sulla componente tecnica fa altri pasticci perché non ne è all'altezza (
"Total War", "Journey To The Unknown"), mentre risulta più credibile quando "toglie" invece di "aggiungere" (la titletrack, nonostante l'intonazione spesso incerta di
Wan, è ascoltabile). Alcune tracce suonano più propriamente heavy ed europee (
"Sanctuary" ed
"Eternity" hanno qualcosa dei Judas Priest,
"Guilt" ha riff e atmosfere sabbathiane), ma sono ben lontane dal convincere. Stesso discorso vale per la ballad - o presunta tale -
"Secrets Untold", o per gli esperimenti elettronici a dir poco raffazzonati (è dura non skippare
"Spirit In The Machine" o
"My Mind Can't Feel"). Il rifacimento di
"Starman" di
David Bowie messo in chiusura del full-length è agghiacciante e ingiustificabile, e compromette la valutazione di un punto secco.
Mi considero un ascoltatore "di larghe vedute", ma
"Apocalypse 2.0" è troppo anche per me.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?