L'equazione "grind" uguale "fusi di testa" ci viene riproposta grazie a questi Muculords, band romagnola dedita ad un grindgore a tinte demenziali. Forse sarebbe meglio parlare di ironia piuttosto che di demenzialità, perché la band oltre all'aspetto iconografico classico del genere, sa costruire delle ottime songs, le quali pur non essendo baciate dal sacro furore e dalle stigmate del capolavoro, presentano strutture tutt'altro che disprezzabili, atte a mostrare la bravura e, oserei dire, la serietà della band in fase compositiva. Infatti pezzi come "Manentulord" e "Carpgrinder 2", se si tralasciano i titoli, fanno tremendamente sul serio, veloci, groovy, con vocals tipicamente grindgore e pacchi di brutalità. Stupisce inoltre la produzione, sopra la media delle uscite del genere per pulizia e intelligibilità.
La band inoltre tributa il classico "Casatchok", melodia folk russa, chiamandola "Gorebaciov", in onore del leader della Perestrojka.
Parlavamo dell'ironia e sarebbe davvero impossibile citare tutti i riferimenti, più o meno palesi, di questo disco, i quali partono dal titolo "Carpe Diem", con le carpe che monopolizzano l'artwork e buona parte dei titoli, oppure il tema di "Magnum P.I." qui ribattezzato "Mucum P.I.", oppure ancora la conclusiva "Ghost Track" la quale per tenere fede al nome ci fa ascoltare mugolii di presunti fantasmi.
Il disco nel complesso è piacevole, pur non rappresentando nulla di particolarmente eccezionale. In genere non sono un gran fan del grind demenziale e pseudo-misantropico, però in questo disco c'è molto di più.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?