Copertina 7

Info

Anno di uscita:2017
Durata:51 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. THE NEW NORM
  2. WHERE WE’RE GOING
  3. PANDORA’S BOX
  4. ON TARGET ON TIME
  5. GONE ALL THE WAY
  6. UNIFY
  7. FOR THE FALLEN
  8. LIFEFORCE
  9. SAME OLD SONG
  10. AGAIN

Line up

  • Billy Sherwood: bass, vocals
  • Bruce Gowdy: guitars
  • Guy Allison: keyboards
  • Mark T. Williams: drums

Voto medio utenti

Quando si parla di World Trade, per chi come il sottoscritto adora il loro debutto omonimo, è veramente difficile non provare un brividino lungo la schiena, nella speranza, magari un po’ infantile, di riprovare sensazioni mai del tutto sopite.
Tra quell’eccezionale combinazione tra prog e techno-AOR e l’estate del 2017 ne è passata (ahimè) di “acqua sotto i ponti” e se il suo successore del 1995 “Euphoria” aveva lasciato un pizzico di amaro in bocca, l’inattesa uscita di questo nuovo “Unify” alimenta ancora una volta timori e aspettative.
Alla prova dei fatti diciamo subito che forse l’oberato Billy Sherwood (impegnato contemporaneamente a sostituire Chris Squire negli Yes John Wetton negli Asia, non esattamente una “robetta” da nulla …) e i suoi preziosi pards (gli Unruly Children Bruce Gowdy e Guy Allison e il figlio e fratello d’arte Mark T. Williams … proprio gli stessi del mitico esordio del 1989 …) avrebbero forse fatto meglio a prendersi un po’ più di tempo prima di tornare sulle scene.
Sembra strano da dire per un gruppo latitante da oltre vent’anni, ma l’impressione che si ricava dall’ascolto del disco è proprio quella di composizioni a volta un po’ “affrettate”, che sfiorano solo la mirabile profondità emotiva e la caleidoscopica magia sonica di cui i nostri sono capaci.
Rimane ovviamente l’enorme classe di musicisti molto preparati e la loro innata capacità nel manipolare i suoni degli Yes più “moderni”, così come ammalia senza remore la cura negli arrangiamenti e la certosina precisione negli impasti vocali e tuttavia non sempre tanta perfezione estetica finisce per conquistare l’anima dell’astante.
L’inizio è abbastanza confortante … “The new norm” è una bella fusione tra Asia e Yes che, pur faticando un po’ a “entrare in circolo”, intriga per la sua iridescente costruzione armonica e anche la successiva “Where we’re going” piace per il suo refrain corale e un clima sonoro che riprende con gusto quello di opere quali “90125” e “Big generator”.
Pandora’s box” disperde parte dell’immenso potenziale della band in un approccio eccessivamente poppettoso, allo stesso modo in cui “On target on time” piacerà soprattutto a chi ama il Peter Gabriel solista.
Con la favolosa “Gone all the way” l’atmosfera s’impregna di melodramma e la scelta espressiva si traduce in una bella scossa sensoriale, la stessa assicurata da una pulsante title-track e, dopo la trascurabile “For the fallen”, dall’evocativa “Lifeforce” e dalla suggestiva (e leggermente “ostica”) “Same old song”, in cui fanno capolino pure piccole influenze di folk-music.
La fosca “Again”, traccia gradevole e non imprescindibile, conclude il programma di un albo sospeso tra “luci e ombre”, che non sminuisce la stima nei confronti di artisti “superiori”, nello specifico probabilmente non al massimo delle loro possibilità comunicative e creative.
Accogliamo il ritorno dei World Trade con favore e (moderata) soddisfazione, dunque, ben consapevoli che da questo glorioso monicker è lecito attendersi qualcosa di più.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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