Copertina 7

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2017
Durata:122 min.
Etichetta:InsideOut Music

Tracklist

  1. WE'RE NOT AN ISLAND
  2. MORNING FREEDOM
  3. THE LESSON
  4. SO LONG
  5. A DAY WE SHARE
  6. THERE'S A FIRE IN ME
  7. CENTRAL DISTRICT
  8. FREEDOM SQUARE - INSTRUMENTAL
  9. I'M JUST A SOUND
  10. HANNAH
  11. IT'S MY ROAD
  12. IL REGNO
  13. ONIRO
  14. LA LEZIONE
  15. MAYDAY
  16. LA DANZA DEGLI SPECCHI
  17. IL CIELO CHE C'È
  18. QUARTIERE GENERALE
  19. FREEDOM SQUARE - INSTRUMENTAL
  20. DALLA TERRA ALLA LUNA
  21. LE COSE BELLE
  22. BIG BANG

Line up

  • Alessandro Scaglione: keyboards, Hammond, Moog
  • Lucio Fabbri: violin
  • Patrick Djivas: bass
  • Franz Di Cioccio: lead vocals, drums
  • Marco Sfogli: guitars
  • Roberto Gualdi: drums
  • Alberto Bravin: keyboards, backing vocals

Voto medio utenti

Recensire il disco di un gruppo storico e per di più italiano come la Pfm, mette un po’ sempre in soggezione. Dopo gli esperimenti un po’ troppo “stucchevoli” delle compilation di De Andrè e Pfm in Classic, ecco finalmente il primo album di inediti dopo quattro anni e devo dire che la band ha fatto centro. Giusto per chiarire, della Pfm io amo soprattutto il periodo meno progressive e piu’ rock a cavallo dei primi ’80 con albums quali “Suonare Suonare” e “Come Ti Va” , tuttavia il progressive presente in questo “Emotional Tatoos” è molto sfumato, di sottofondo, ci sono innanzitutto delle grandi melodie sorrette da un prog-rock abilmente mixato, uso si synth, violini, ampie orchestrazioni mai invasive, riff di chitarra decisi ma leggeri, insomma l’ascoltatore è traportato in un’esperienza sonora energica, immaginaria e sognante allo stesso tempo. Il disco, pur non essendo affatto ostico, richiede qualche ascolto per essere pienamente assimilato ma credo ne valga la pena anche se probabilmente i fan puristi di vecchia data storceranno un po’ il naso, magari per le sonorità troppo moderne. Il disco è inciso sia in inglese che in italiano ( gli stessi brani sono quindi in due versioni ) e da punto di vista della liriche è una sorta di riflessione sul nostro pianeta e sull’umanità, così come sul rapporto fra musica e sogno; non mancano i testi di “denuncia” ( es “Quartiere Generale”, sulla politica ) anche se in generale sono abbastanza ermetici.
Dal punto di vista del songwrting ci sono, a mio avviso, alcune perle quali l’ammaliante “Il Regno”, la classic-prog “La Stanza Degli Specchi”, la già citata rockeggiante “Quartiere Generale” e la conclusiva “Big Bang”, la line up vede gli storici Di Cioccio alle vocal e alle pelli, Djivas al basso e Fabbri al violino, manca il grande Mussida alle sei corde, peccato, anche se il buon Marco Sfogli fa un egregio lavoro.
Se non conoscete la Pfm ( cioè se siete troppo giovani o siete vissuti sulla Luna in questi ultimi decenni ) , questo disco potrà essere un valido compendio anche se “i classici Pfm” sono indubbiamente quelli dei ’70 con buona pace di tutti!
Recensione a cura di Marco ’Metalfreak’ Pezza

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