"Vinsta Wiads" ovvero "si sta facendo buio" in dialetto austro-bavarese.
Ed è proprio nella sua lingua madre che
Christian Höll, il talentuoso polistrumentista che si cela sotto lo pseudonimo di
Vinsta (Oscurità), ha scelto di cantare nel suo debut album edito da
Trollmusic.
Höll per questo suo primo full length si è avvalso del prezioso contributo di alcuni validissimi musicisti che condividessero la sua concezione di musica: una miscela struggente di melodie folk e melodic death metal.
Il risultato è un album di non facile assimilazione, in cui riecheggiano gli Opeth di "Still Life" e gli Amorphis di "Am Universum" a cui
Vinsta è palesemente debitore, ma con una carica di oscurità ancora superiore.
Lo stesso
Christian infatti, parlando del suo lavoro, sottolinea come per lui sia importante che la sua musica porti l'ascoltatore a viaggiare attraverso oscure ma al contempo meravigliose emozioni.
Coerentemente il disco esplora i lati più disperati e tetri delle sfide che l'uomo affronta - e che potrebbero prostrarlo in ginocchio- ma che sono le uniche a farlo crescere spiritualmente.
"Vinsta Wiads" è questo: un viaggio metaforico attraverso i paesaggi cari a
Vinsta delle Alpi Salisburghesi che, con la loro maestosità ma anche la loro freddezza, sembrano lo sfondo ideale per la sua musica malinconica.
I brani, ad eccezione di "
Gedonknstad" e "
Nochklong" che non raggiungono i 2 minuti di lunghezza, sono tutti di durata ragguardevole proprio perchè
Höll si prende tempo e spazio per esplorare una vasta gamma di sonorità; dal death al folk sino a passaggi prog racchiusi e sciorinati via via in ogni canzone.
"
Gedonknschwa" con i suoi intrecci technical death, "
Bluatlauf" con le sue parti sognanti di chitarra ed il suo ritmo ipnotico e ridondante ed " "
Aufgongsjodler", un canto che riecheggia dalle vette innevate sino alle valli, sono gli episodi più significativi di un lavoro che mantiene uno standard compositivo elevato dal principio alla fine.
Purtroppo la produzione qua e là zoppica, soprattutto nelle parti più complesse in cui ogni strumento dovrebbe spiccare per dare quella sferzata emotiva palesemente richiesta da
Vinsta, ma offre il meglio nelle aperture acustiche e di clean vocals.
Una boccata d'aria fresca questo "
Vinsta Wiads", e non solo per lo splendido paesaggio alpino dell'artwork, un disco che dilaga lentamente sottopelle con il suo fascino malinconico ed oscuro rendendo difficile la separazione dalle sue sonorità.
Quando si ha la fortuna di imbattersi in piccoli gioielli come questo occorre goderne e cercare ci condividerli con il maggior numero possibile di persone: questo è il mio modesto consiglio.
Vinsta - "
Aufgongsjodler"
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