Copertina 6

Info

Anno di uscita:2017
Durata:76 min.
Etichetta:Napalm Records

Tracklist

  1. ANNABEL
  2. A NIGHT AT THE SCHWARZER KATER
  3. FIRST NIGHT BACK IN PORT
  4. ALL THE WAY TO GALWAY
  5. COOPER’S RUM
  6. SKIPPY AYE YO
  7. I DREAM OF YOU
  8. A DECLARATION OF INDEPENDENCE
  9. FOR A FRAGILE MOMENT’S EASE
  10. WE ARE YE BANISHED PRIVATEERS
  11. BOSUNS VERSES
  12. EASTINDIAMEN
  13. DEVIL’S BELLOWS
  14. RINGAROO AT COOPR’S INN
  15. MERMAID’S KISS

Line up

  • Scurvy Ben: percussion and vocals
  • Björn "Bellows" Malmros: accordion and vocals
  • Monkey Boy: percussion and flogging
  • Magda Malvina Märlprim guitars and vocals
  • Sickboy McCoy: bass, harmonica and percussion
  • Old Red: bass and guitars
  • Nobility: clavier and vocals
  • Eva the Navigator: fiddle and vocals
  • Meatstick Nick: bass and bass trombone
  • Wan Chou Zhong: guitelele, banjo and sitar
  • Bloody Liz:: percussion
  • Silent Jim: irish banjo, guitars, mandolino and vocals
  • Happy Lou. fiddle and dance
  • Slagter Lars: bass and guitars
  • Jonathan Hogeye: 5-string banjo and vocals
  • Quinton Taljenblock: viola pomposa and kalimba
  • Shameless Will: vocals and vanity
  • Sara Landmark: percussion and high frequency croaking
  • Bojtikken: percussion, guitars and vocals
  • Blackpowder Pete: vocals and quartermastery
  • Freebird af Wærmaland: fiddle and vocals

Voto medio utenti

Gli svedesi Ye Banished Privateerss sono una vera e propria ciurma, una nutrita masnada di musicisti che imbarcatisi nell'impresa, con "First Night Back in Port" giungono al loro terzo album. Tuttavia trovano posto su Metal.it più per l'evidente immaginario lirico che li vede calati in un mondo popolato da pirati, bucanieri e pendagli da forca, riuniti in taverne e alla caccia di donne e tesori sepolti - beh... oltre al fatto che il disco esca per la Napalm Records - piuttosto che per la loro proposta musicale che di Hard & Heavy ha poco o nulla,
Non è comunque (solo) questo a far guardare a "First Night Back in Port" con un minimo di diffidenza, quello che manca all'appuntamento sono quei pezzi che ti fanno strabuzzare gli occhi e cadere la mascella: qui quello che cala è spesso la palpebra.

Per quanto non siano certo indifferenti gli sforzi fatti per lasciare il segno, con l'alternarsi di più voci (maschile e femminiile) dietro al microfono, liriche che sono tutte piccole avventure coerenti con 'l'immaginario perseguito, e l'impiego di una lunga serie di strumenti tradizionali, il tutto, dopo un primo momento in cui si assapora la novità e l'effetto coinvolgenti delle melodie folkeggianti che ti invitano a cantare in compagnia, perde velocemente di efficacia scivolando via come sottofondo senza colpo ferire. Non aiuta poi l'aver messo i pezzi migliori agli estremi del disco, rispettivamente "Annabel" (una ammiccante ballad) e "Mermaid's Kiss" (meno saltellante e decisamente più teatrale).

Gli Ye Banished Privateerss hanno sicuramente degli estimatori e ora ne troveranno altri, tuttavia, scorrendo il disco, ho quasi la sensazione di ritrovarmi ad ascoltare un Tom Waits che appassionatosi della serie "Black Sail", flirta, alticcio, con gli Alestorm e il Folk irlandese.
E questo non basta a farmi dire "si".

Surrender or fight there's no return
Under Jolly Roger





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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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