Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2017
Durata:53 min.
Etichetta:Shadows of a Dream
Distribuzione:Cargo Records

Tracklist

  1. ABOUT TIME TOO (INTRO)
  2. ONE MORE BEAUTIFUL DAY
  3. TO THE MOON AND BACK
  4. CHANCE OF A LIFETIME
  5. DREAMLAND
  6. FOREVER IS
  7. TAKE IT ON THE CHIN
  8. RUN
  9. LOVE LONG GONE
  10. OWN LITTLE WORLD
  11. YOU DON’T KNOW WHAT LOVE IS
  12. THERE’S SOMETHING ABOUT (INTRO)
  13. UNWANTED MAN

Line up

  • Peter Scallan: vocals
  • Mike Nolan: guitars, vocals
  • Kenny Evans: guitars, vocals
  • Ian Edwards: bass, synthesizers, Hammond organ, vocals
  • John Tonks: drums

Voto medio utenti

Un nuovo lavoro dei Moritz, cult-heroes dell’AOR britannico, è sempre un evento da accogliere con favore, ma stavolta sono costretto a contenere leggermente l’entusiasmo dacché questo “About time too” non riesce del tutto a replicare l’intensità emotiva garantita da due operine di considerevole pregio come “Undivided” e “SOS”.
Difficile identificare in maniera precisa i motivi di questo, per quanto modesto, calo espressivo … forse anche la partenza degli storici Greg Hart e Andy Stewart (approdati agli ottimi Cats in Space) ha contribuito all’andamento un po’ altalenante di un album che talvolta disperde in un pizzico di manierismo l’innata competenza della navigata band inglese.
Così, sebbene la voce pastosa, molto “british”, di Peter Scallan continui a svolgere egregiamente la sua funzione comunicativa (e ascoltarla rappresenti una vera delizia per l’apparato cardio-uditivo ...), questa non sempre è sostenuta da un songwriting pienamente all’altezza, poco incisivo, ad esempio, quando si tratta di sconfinare in terreni più tipicamente hard-rock (“Take it on the chin”, “Unwanted man”) o non si riesce a imprimere un invincibile grip sentimentale a un’ampollosa ballatona pianistica (la solo gradevole “Own little world”).
Altrove, per fortuna, il programma si risolleva in maniera imperiosa, offrendo autentici gioiellini di grintosa magniloquenza adulta (“One more beautiful day”, “Run”, la Bolton-escaLove long gone”), atti sonori pregni di raffinata solarità (“To the moon and back”), intriganti esercizi d’ispirazione Survivor-iana (“Chance of a lifetime”) e vibranti momenti passionali ("Dreamland”), per poi dimostrare una notevole classe anche nell’esposizione del lato più bluesy (“Forever is”, “You don’t know what love is”) della sensibilità artistica dei suoi autori.
Non sarà certo qualche piccolo “appannamento” a ridimensionare il valore dei Moritz, un gruppo che ha faticato davvero tanto a fare in modo che le sue qualità fossero riconosciute e si merita comunque l’attenzione del pubblico di riferimento … sono convinto che la prossima volta recupereranno anche quella “scintilla” che consente di distinguere un buon disco da un grande disco.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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