Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2017
Durata:58 min.
Etichetta:Non Serviam Records

Tracklist

  1. OPUS PROFANUS
  2. MALIGNANT POSSESSION
  3. DECRETION AT ESCHATON
  4. THE DARKNESS OF ETERNITY
  5. DEATHLESS SERPENT
  6. RITE OF REPUGNANT FURY
  7. EPHEMERAL HUNGER
  8. SPAWNS OF ALL EVIL
  9. ABSENCE OF LIGHT
  10. INFERNAL APHORISM

Line up

  • Armageddor: guitars
  • Nekhrid: vocals
  • Angst: guitars
  • Crowlech: bass
  • Cosmarul: drums

Voto medio utenti

Formatisi nel 2012, i Nazghor con "Infernal Aphorism" (Non Serviam Records) sono già al loro sesto album: solitamente, lo dico per esperienza, una tale logorroica produzione musicale corrisponde ad una qualità mediocre della produzione stessa.
Non è questo il caso degli svedesi.
Il loro black metal, al contrario, di qualità ne contiene. E anche tanta.
Per fare contenti i detrattori, diciamo subito che siamo al cospetto di un gruppo palesemente influenzato dai Dark Funeral e dalla scuola svedese in generale, ma, al netto della poca originalità, questo "Infernal Aphorism" è un lavoro micidiale.
Semplicemente devastante è il riffing delle chitarre che, come da miglior tradizione svedese, risulta essere, contemporaneamente, maligno e ricco di nera melodia (a volte mi sono venuti in mente i Naglfar di "Diabolical"... prendete la cosa come un grandissimo complimento).
Vomitata direttamente dall'inferno è la voce del singer Nekhrid così come direttamente dall'inferno vengono fuori le atmosfere, gli intrecci ritmici, gli arpeggi o le parti più violente, tutti elementi che sono esaltati da una produzione cristallina e da suoni nitidi che esaltano l'assalto sonoro di questa autentica macchina da guerra che sono i Nazghor.
E poi, soprattutto, i brani risultano essere uno migliore dell'altro, tutti dotati, come sono, di un songwriting decisamente sopra la media, di splendide intuizioni melodiche, epiche ed evocative, sinonimo di classe ed ispirazione e di una malignità che, man mano che si prosegue con l'ascolto, diventa sempre più vivida e palese fino a raggiungere il suo climax negli otto minuti della penultima, epicissima, "Absence of Light" e nei dieci minuti della title track (qui l'asticella dell'epicità di alza ulteriormente), pezzo che chiude un album praticamente "perfetto" e sicuramente tra i migliori in assoluto di quest'anno per quanto concerne il black metal.
I Nazghor non godono di grande fama, questo è sicuro, ma in un mondo come il nostro in cui tutto, o quasi, sembra andare a puttane, non c'è da meravigliarsi che anche la scena estrema sia "dominata", sempre più spesso, da pagliacci o gente bollita piuttosto che da Artisti come quelli in grado di scrivere questo magnifico album che, ovviamente, spero nessuno di voi si lasci sfuggire.
Per una volta posso ancora dirlo: la nera fiamma brucia ancora.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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