Formatisi nel 2012, i
Nazghor con
"Infernal Aphorism" (
Non Serviam Records) sono già al loro sesto album: solitamente, lo dico per esperienza, una tale logorroica produzione musicale corrisponde ad una qualità mediocre della produzione stessa.
Non è questo il caso degli svedesi.
Il loro black metal, al contrario, di qualità ne contiene. E anche tanta.
Per fare contenti i detrattori, diciamo subito che siamo al cospetto di un gruppo palesemente influenzato dai Dark Funeral e dalla scuola svedese in generale, ma, al netto della poca originalità, questo
"Infernal Aphorism" è un lavoro micidiale.
Semplicemente devastante è il riffing delle chitarre che, come da miglior tradizione svedese, risulta essere, contemporaneamente, maligno e ricco di nera melodia (a volte mi sono venuti in mente i Naglfar di "Diabolical"... prendete la cosa come un grandissimo complimento).
Vomitata direttamente dall'inferno è la voce del singer
Nekhrid così come direttamente dall'inferno vengono fuori le atmosfere, gli intrecci ritmici, gli arpeggi o le parti più violente, tutti elementi che sono esaltati da una produzione cristallina e da suoni nitidi che esaltano l'assalto sonoro di questa autentica macchina da guerra che sono i
Nazghor.
E poi, soprattutto, i brani risultano essere uno migliore dell'altro, tutti dotati, come sono, di un songwriting decisamente sopra la media, di splendide intuizioni melodiche, epiche ed evocative, sinonimo di classe ed ispirazione e di una malignità che, man mano che si prosegue con l'ascolto, diventa sempre più vivida e palese fino a raggiungere il suo climax negli otto minuti della penultima, epicissima,
"Absence of Light" e nei dieci minuti della title track (qui l'asticella dell'epicità di alza ulteriormente), pezzo che chiude un album praticamente "perfetto" e sicuramente tra i migliori in assoluto di quest'anno per quanto concerne il black metal.
I
Nazghor non godono di grande fama, questo è sicuro, ma in un mondo come il nostro in cui tutto, o quasi, sembra andare a puttane, non c'è da meravigliarsi che anche la scena estrema sia "dominata", sempre più spesso, da pagliacci o gente bollita piuttosto che da Artisti come quelli in grado di scrivere questo magnifico album che, ovviamente, spero nessuno di voi si lasci sfuggire.
Per una volta posso ancora dirlo: la nera fiamma brucia ancora.
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