Difficile trovare un gruppo prog con il dono della sintesi. Ancora più difficile è trovarlo con una front-woman in formazione. Sono tante le peculiarità degli italiani
Hidden Lapse, che esordiscono grazie a
Rockshots Records con un concept album intricato che però scorre via in soli 38 minuti.
I protagonisti della vicenda sono una donna e suo figlio: la prima ha un passato all'insegna della prostituzione e della tossicodipendenza, ma ha promesso al defunto partner - disgraziato pure lui - che avrebbe avuto cura del nascituro anche se da sola. Il ragazzo non impiega molto a fare propri i vizi dei genitori, e colto sul fatto durante un furto, viene salvato
in extremis dalla madre che si assume ogni responsabilità e viene condannata a morte per un crimine che di fatto non ha commesso.
Delle 11 tracce proposte, le canzoni vere e proprie sono solo 7, in quanto i vari interludi, il prologo e l'epilogo, si aggirano tutti intorno ai due minuti appena. Le coordinate stilistiche sono quelle del power-prog female-fronted di band come Light & Shade e Temperance (
"Lucid Nightmare", "Redemption"), con un pizzico di gothic di scuola Evanescence (
"Silent Sacrifice", "Awareness") e un gusto per i tecnicismi di derivazione Dream Theater/Symphony X (
"Drop", "Compassion"). La produzione non è sempre impeccabile - ho trovato un po' invadenti le chitarre, a discapito della voce della brava
Alessia Marchigiani - ma le composizioni sono ben concepite e arrangiate (e pazienza per la batteria elettronica).
È presto per sbilanciarsi troppo, ma quanto contenuto in
"Redemption" non può che far ben sperare per il futuro di questa giovane realtà nostrana.
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