Iniziamo dal basso, perchè è da lì che arriva il cuore pulsante, la presenza continua, potente e tuttavia mai invasiva che avvolge l'intero concept di "Taonbts" (una sola traccia divisa in 8 movimenti e un breve intro), una sorta di "A pleasant shade of gray" del nuovo millennio (lì il tema conduttore era "Let nothing bleed into nothing", qui è il ripetersi in più movimenti di "The view from here is frightening") il cui valore artistico è destinato a crescere esponenzialmente nel corso del tempo.
La musica dei Sieges Even si è finalmente più orientata verso l'approccio alla canzone che non sulla tecnica, tuttavia sono molte le parti strumentali eseguite in perfetta armonia che si incastrano perfettamente su intense, profonde e complesse melodie cucite su misura per la voce pulita, soffice emozionale di Arno Menses, un fan olandese di vecchia data che ha fatto fare il salto di qualità alla band reduce da 8 anni di quasi assoluto silenzio dopo una carriera di tutto rispetto iniziata nell'86 e coronata da lavori ineccepibili e molto complessi dal punto di vista tecnico, nonchè tour di supporto ad ELP e collaborazioni con Blind Guardian e Rhapsody. Ma torniamo a Menses: a metà strada tra Ted Leonard (Enchant) e Geddy Lee, si rende protagonista di interventi calmi e pacati arricchiti nelle melodie da cori sublimi, e quasi in punta di piedi lascia quindi posto alle digressioni strumentali del magnifico trio tedesco, in cui spadroneggia senza dettar legge il basso del divino Oliver Holzwarth, seguito a ruota dallo stile candido, pulito e aggressivo solo all'occorrenza del chitarrista Markus Steffen (il nuovo Allan Holdsworth?) ed il drumming preciso e limpido di Alex (fratello di Oliver).
Descrivere i brani? Impossibile, questo è un fantastico viaggio acustico e mentale di forte intensità ed emozione, qui si naviga davvero vicino alle stelle, lasciamoci quindi trasportare dalle sinuose, penetranti e complesse melodie ("The lonely views of condors", ho le lacrime dalla gioia), abbandoniamoci ai complessi intermezzi strumentali ("Stigmata", i Rush di "The tree", gli Yes e quant'altro, ma soprattutto i Sieges Even), questa non è solo musica, questo non è solo prog metal, questa è arte, questo è il monumento da erigere alla fine del 2005 assieme a "The fullness of time" dei Redemption.
Rilassatevi, e tirate fuori l'impianto stereo più bello che avete, perchè neanche la più piccola nota o respiro possono andare sprecati.
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