Copertina 7

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2017
Durata:73 min.
Etichetta:Kscope

Tracklist

  1. SENSING ELEMENTS
  2. ROLL THE SEVEN TWICE
  3. GRANULAR BLANKETS
  4. IS IT TIME TO LEAVE WHEN EVERYONE IS DANCING?
  5. IDENTITY PROVEN MATRIX
  6. NON-LOCALITY DESTINATION
  7. PROTON BONFIRE
  8. TEAR DOWN THE GREY SKIES
  9. GENESIS OF PRECIOUS THOUGHTS

Line up

  • Thorsten Quaeschning: music director, keyboards, drums, vocals, guitar
  • Hoshiko Yamane: violin, cello, Ableton Push
  • Ulrich Schnauss: synthesizer, piano, sequencer, Ableton

Voto medio utenti

Con un colpo di scena degno delle migliori soap-opera spagnole, tornano a riaffacciarsi sulla scena musicale i Tangerine Dream, rimasti orfani nel 2015 del fondatore e padre/padrone Edgar Froese. Lo fanno grazie a Kscope con un album ("Quantum Gate") che - eccezion fatta per alcune contaminazioni di cui parlerò meglio in seguito - tributa in modo fin troppo smaccato gli anni d'oro in casa Virgin fatti di sequenze, sintetizzatori spacey e sonorità (quasi sempre) calde e analogiche.

L'introduttiva "Sensing Lights" è emblematica da questo punto di vista, sempre sul "filo del rasoio" della musica da discoteca. "Roll The Seven Twice" è più vicina al recente passato e a certa elettronica tedesca da dance floor, mentre "Granular Blankets" riporta alle colonne sonore degli Anni Ottanta, avvolgenti e sinistre allo stesso tempo, e strizza pure l'occhio al post-rock più di tendenza. Le atmosfere algide, teutoniche - e talvolta ipnotiche - figlie di Ableton e di Logic caratterizzano "Is It Time...", prima dell'ottima "Identity Proven Matrix", che mette a sistema 50 anni di carriera dei Tangerine Dream divisi tra melodie semplici ma incisive, tentazioni sinfoniche, musica concreta e vocazioni più propriamente pop. "Non-Locality Destinaton" è un altro episodio nostalgico e lisergico - con la chitarra di Quaeschning in evidenza - e prelude a "Proton Bonfire", dall'inizio disorientante che ricorda "Oxygène" in salsa kraut, ma dall'evoluzione certamente più "familiare". È difficile non pensare a "Blade Runner" ascoltando "Tear Down The Grey Skies", così come lo spettro dell'ex-Klaus Schulze aleggia su "Genesis Of Precious Thoughts", brano comunque 100% Tangerine Dream nonostante alcuni inaspettati innesti acustici - dati dal pianoforte e dal violino - e una coda un filo troppo ansiogena per gli standard del trio.

Un disco forse non necessario, indirettamente dedicato alla memoria di Froese (l'idea originale pare che fosse sua, ndr) e per questo dal piglio "sincero" e sentito. What else?

Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 02 ott 2017 alle 12:16

agli Arcimboldi me li sono persi e non me lo perdonerò MAI.. :(

Inserito il 02 ott 2017 alle 10:31

Lo prenderò senz'altro. Una ventina di loro dischi li ho che coprono tutte le epoche (i più vecchi sono ereditati da mio padre) e avevo avuto la fortuna di sentirli agli Arcimboldi anni fa in un concerto di poco più di 3, dicasi 3, ore!!! Imprescindibili per chi ama la musica in generale come lo sono Oldfield e Jarre!

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