Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2017
Durata:48 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. WE ARE ON FIRE
  2. THE PHANTOM PUNCH
  3. LITTLE TOY SOLDIER
  4. I WANNA SWING LIKE PETER PARKER
  5. HOUSTON, WE’VE GOT NO MONEY
  6. A MELODY, A MEMORY
  7. SHOWTIME
  8. THE MISFIT
  9. WITHERED IN VENICE
  10. BITE OF THE TONGUE
  11. A CROWDED ROOM

Line up

  • Dave: vocals
  • Andy: bass
  • Picco: guitars
  • Lancs: drums

Voto medio utenti

Anche nello vorticoso cumulo di uscite discografiche a cui ci ha abituato la scena musicale del “terzo millennio”, un nuovo lavoro degli Hell in The Club e il loro approdo alla Frontiers Music non possono e non devono in alcun modo passare per un avvenimento “normale” o addirittura trascurabile.
E questo perché innanzi tutto è ormai evidente che non abbiamo a che fare con “un’altra” band di street metal impegnata a riprodurre i suoni più viziosi della Los Angeles anni ottanta, ed entrare nel roster di una label tanto prestigiosa può essere tranquillamente considerato il doveroso riconoscimento di una caratura artistica di classe superiore.
Il fatto che si tratti di due realtà italiane, ovviamente, aggiunge un pizzico di orgoglio supplementare in chi si è sentito dire per molto tempo che per fare del buon rock n’ roll bisognava necessariamente nascere e crescere in altri luoghi del mondo, ma volendo escludere futili questioni “campanilistiche”, quello che conta per davvero è che “See you on the dark side” è un album splendido, una vivida testimonianza di maturità compositiva ed esecutiva valorizzata da un’energia espressiva viscerale, carente in molti nuovi frequentatori delle lande “stradaiole”.
Chi aveva etichettato il gruppo con il marchio diffamatorio del “progetto” avrebbe dovuto ricredersi già da un po’ e qualora si fosse “distratto” il mio consiglio è di ascoltare con attenzione l’intensità che Dave, Andy, Picco e Lancs sono stati in grado di infondere alle undici tracce del disco … livelli di coesione, creatività e passione così impressionanti non si raggiungono senza “crederci” veramente fino in fondo.
See you on the dark side” sfronda il genere di ammiccamenti glamour e si offre al pubblico degli appassionati con un’attitudine fondamentalmente diretta e “selvaggia”, pur conservando garbo, una notevole fantasia e soprattutto un gusto innato per la “canzone”, di quel tipo raro capace di rimanere impresso nella memoria e scatenare la produzione di flussi imperiosi di adrenalina e dopamina.
La prima mossa della raccolta, “We are on fire”, è un inno vitale e trascinante, e tuttavia meglio di lui fanno l’irresistibile refrain corale di “The phantom punch”, il pulsante tocco bluesy di “Little toy soldier” e la mordacità di “I wanna swing like Peter Parker”, in cui la lama dei riff metallici affetta impietosamente scorci sonori alla Duke Ellington (!).
Il groove di “Houston, we’ve got no money” consente all’opera di non allentare la presa emotiva, mentre l’adescamento “intelligente” di “A melody, a memory” e i vibranti toni anthemici di “Showtime” la accentuano ulteriormente, esaltando la versatilità e il temperamento di una formazione che pur operando in un settore in cui è difficile “inventare” qualcosa, sa gestire in maniera eccezionale tutte le suggestioni ispirative che alimentano il suo avvincente songwriting.
Si continua con la melodia viscosa di “The misfit”, il clima drammatico di “Withered in Venice” è semplicemente appassionante e, dopo l’arrembante “Bite of the tongue”, tocca a “A crowded room” innescare l’ultimo ordigno emozionale del programma, un vero tripudio per i sensi spronato da chitarre sferzanti, ritmiche possenti e da un cantato equamente suddiviso tra prontezza comunicativa e teatralità, in una sorta di peculiare e iperbolica fusione tra Moltley Crue, Savatage e Queen.
Gli Hell in The Club con il loro quarto albo confermano di possedere tutte le qualità richieste a un gruppo-leader … non riconoscerlo è un puro atto di malafede o indica allarmanti disfunzioni dell'apparato cardio-uditivo.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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