I
Broken Hope....ed ecco che in un istante vengo risucchiato indietro nel tempo, all'epoca della mia adolescenza, quando nella mia cameretta risuonavano furiosi dischi come "
The Bowels of Repugnance" o il leggendario debutto "
Swamped in Gore", fino ad arrivare al capolavoro totale "
Loathing", uno dei dischi più belli del brutal death metal della storia.
Poi la band di Chicago si è persa, non riuscendo a replicare la bontà di quanto proposto nei primi dischi, passando inoltre per storie losche come il licenzialmento del batterista per truffa ed ancora brutte tragedie come la morte dello stesso batterista, il suicidio del cantante
Joe Ptacek, una delle ugole più fogne (in senso buono) che abbia mai sentito, e cambi di line-up come se piovesse.
In effetti di quella band non è rimasto che l'unico leader e fondatore
Jeremy Wagner e di fatto oggi i Broken Hope più che una band possono essere considerati la sua creatura, dato che ad ogni nuovo lavoro almeno 2/5 della formazione sono sostituiti ed anzi segnaliamo che anche il bassista Shaun Glass non è più della partita. Dopo qualche pausa e scioglimento eravamo giunti nel 2013 alla pubblicazione del buono "
Omen Of Disease", prima pubblicazione per la
Century Media, che evidentemente molto male non deve essere andato visto che anche l'attuale "
Mutilated and Assimilated" esce per l'etichetta tedesca, anche se un po' ci stupisce che la label di Dortmund sia ancora disposta a lasciar spazio a generi così estremi e poco moderni.
In effetti il death metal dei Broken Hope è 100% old style, nessuna concessione ad aperture moderne o melodiche, tutto è furioso, frenetico ed estremo come 20 e più anni fa e ci rallegriamo del fatto che la proposta dei nostri sia ancora dannatamente attuale, segnando un ENORME solco tra una band storica ma non fondamentale come quella dei Broken Hope e la pletora di giovani bands che nonostante preparazioni tecniche e strumentazioni mostruose non riescono mai a stare al passo della violenza, l'inventiva ed il carisma di formazioni nate negli anni '80.
A proposito di revival, in chiusura di album troviamo la cover proprio di "
Swamped in Gore" , una sorta di auto-tributo per il 25ennale del disco: un bel modo di festeggiare una carriera sfortunata ma integerrima, incorniciata come detto dal capolavoro "Loathing" ma quasi mai ("
Grotesque Blessings?") da passi falsi.
Come il predecessore, "
Mutilated and Assimilated" è un album death metal estremamente riuscito, potente e violento al punto giusto, dotato di gusto e tecnica ma sempre assolutamente incentrato all'impatto dei brani e non all'ego dei musicisti.
Bentornato Jeremy....ops! Bentornati Broken Hope, è sempre un piacere!