Ma stiamo scherziamo!? Ma cos'é?
Questi i miei primi pensieri all'ascolto di
"Wrath Of The Reaper", disco in cui riponevo grandi speranze ma che si è rivelato una grande delusione. Non che gli
Hexx siano i salvatori della patria metallica, i paladini del genere, ma hanno realizzato due dischi straordinari un botto di tempo fa (nell'84 e '86, ve ne ho parlato
qui, capre) quindi il fatto che fossero tornati in pista senza nessun motivo economico ma solamente spinti dalla loro voglia di metallo, mi riempiva di speranze e voglia di affrontare l'ascolto armato di fiducia.
No.
Per capire questo disco, ve la faccio brevissima, prendete
Painkiller, suonatelo male e fateci cantare sopra una gallina starnazzante attraverso un citofono. Ci andrete vicini.
Che poi musicalmente
"Wrath Of The Reaper" non è neppure uno scandalo, anzi, parliamo di un US metal dalle parti di Metal Church e Vicious Rumors ma il fatto che questo sconosciuto, tale
Eddy Vega, sia stato scelto come cantante è inconcepibile. Non è il problema dell'estensione vocale limitata o di un timbro sgraziato visto che in molti contesti funziona (Bobby e gli Overkill sono un esempio calzante), è che questo tizio non sa proprio cantare, non è neanche metricamente efficace rispetto alla musica. Va da se che con una presenza sgradita di questo tipo le canzoni vadano a meretrici alla svelta. Durante l'ascolto (faticoso) saltano all'orecchio assonanze con
All Guns Blazing e
A Touch of Evil (vi accennavo poco fa a
Painkiller...), ripeto, musicalmente si salverebbe essendo abbastanza vario, muscoloso e classicamente metallico, e invece... Ho provato ad affrontarlo in cuffia, in auto, sullo stereo di casa ma non c'è verso,
Eddy Vega riesce a far passare il vecchio
Gerrit Mutz (Sacred Steel, capre) per Farinelli.
Che vi devo dire? Se conoscete la band e siete animati da una sana curiosità, andateci con i piedi di piombo. Se invece non li avete mai sentiti e siete attirati dall'efficace copertina e dai buoni pareri che si vedono in giro, beh, mi scanso e vi lascio gioire.
Peccato.
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