Copertina 5,5

Info

Anno di uscita:2011
Durata:38 min.
Etichetta:High Roller Records

Tracklist

  1. JET BLACK
  2. MARCH OF DEATH
  3. ETERNAL TORMENTOR
  4. MESSAGE TO THE DEAD
  5. DESTITUDE ABUSER
  6. IN NO ONE WE TRUST
  7. ORGANIZED MAYHEM
  8. DESTROY
  9. MEGALODON
  10. KILL THE WITCH

Line up

  • Dan Beehler: drums, vocals
  • Brian Stephenson: bass
  • Sean Brophy: guitars
  • Scott Walsh: guitars

Voto medio utenti

E' subito Dan Beehler a farsi sentire, prima con le bacchette poi con quell'ugola abrasiva e tagliente che già ci aveva devastato i padiglioni auricolari ai tempi di "Heavy Metal Maniac" e "Violence And Force".
Già, Dan Beehler è proprio lo storico drummer e cantante degli Exciter, che quasi dieci anni fa diede il via a questo nuovo progetto assieme al bassista Allan Johnson, anche lui nel terzetto (e con loro John Ricci) che incise i primi tre fondamentali dischi degli Exciter.
Dopo tre demo e qualche lunga pausa i Bëehler sono approdati al loro primo album, e se al fianco di Dan si confermano al proprio posto i due chitarristi Sean Brophy e Scott Walsh, al basso troviamo invece Brian Stephenson.

Le atmosfere, i suoni crudi, le scelte compositive ed esecutive di "Messages to the Dead" partono sì dai trascorsi di Dan Beehler, ma vengono accentuati, quasi brutalizzati, inoltre bisogna riconoscere che a quei tempi Beehler non sembrava avere tutta questa libertà d'azione, dato che qui il suo drumming assurge costantemente ad un ruolo di primo piano, se non addirittura prevaricante, rispetto agli altri strumenti.

Peccato però che proprio il paragone con i lavori citati in apertura, si riveli un confronto impari per "Messages to the Dead", dove le undici canzoni che ne fanno parte solo in alcuni frangenti lasciano davvero il segno, limitandosi il più delle volte ad assecondare un drumming forsennato, un cantato aggressivo (talvolta pure sopra le righe, come nel caso di "Eternal Tormentor" o "Organized Mayhem") ed un guitarwork sì lancinante ma spesso sterile ("Jet Black", la stessa titletrack...).

Poco più di un'eco dei fasti che furono.

Well, its a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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