In una scena caratterizzata da un notevole sovraffollamento di band poco personali ed originali, i norvegesi Pagan’s Mind hanno avuto il grande merito di trovare un sound fresco, riuscendo in particolare col secondo disco (“Celestial Entrance”, datato 2002) a guadagnarsi una discreta notorietà. Dopo aver passato un paio di anni impegnati in progetti paralleli di varia natura (Firewind, Eidolon, Lande), i sei musicisti scandinavi tornano sul mercato con il terzo episodio della storia dei Pagan’s Mind, ispirato ancora una volta da tematiche a metà tra la fantascienza e l’astronomia. Il sound della band non è cambiato di una virgola rispetto al precedente album, un Power Metal energico e di grande melodicità, ricco di sfumature progressive e di break strumentali di grande gusto (“Coming Home” è davvero meravigliosa!). L’elemento dei Pagan’s Mind che non convince ancora del tutto è la voce di Nils K. Rue, cantante tecnicamente dotato e sufficientemente personale, ma un po’ troppo ripetitivo nella scelta delle linee vocali e nell’interpretazione dei brani. Ma dal punto di vista strumentale i Pagan’s Mind sono davvero impeccabili, musicisti preparatissimi e con un notevole background musicale alle spalle, capaci di cimentarsi senza alcun problema con soluzioni e sonorità estranee ai cliché del Power. Non mancano purtroppo alcuni pezzi un po’ noiosi, ma se valutato nella sua interezza, “Enigmatic: Calling” è un disco decisamente convincente, forse poco immediato ma estremamente appagante, anche dopo numerosi ascolti: pochi gruppi sono capaci di scrivere canzoni della qualità di “Enigmatic Mission”, “Supremacy, Our Kind” e “New World Order”! Bentornati Pagan’s Mind, “Enigmatic: Calling” è davvero un gradito ritorno.
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