Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2005
Durata:44 min.
Etichetta:Osmose
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. INTO SULPHUR I DESCEND
  2. PORTALS TO UPHOBIA
  3. STRUCTURAL DECEIT
  4. CHAOS BANISHED
  5. END OF SIGHT, END OF FEARS
  6. LOST EUPHORIA PART III (STRUMENTALE)
  7. THE LOSS OF MOTION CONTROL
  8. SOLITUDE REFLECTED
  9. BEYOND THE MARGIN
  10. THE SOURCE TO DELVE

Line up

  • Koen Romeijn: vocals, guitars
  • Mike Ferguson: guitars
  • Otto Schimmelpenninck: bass
  • Thomas Kalksma: drums

Voto medio utenti

Secondo disco per gli olandesi Detonation, band di cui ammetto ignoravo l’esistenza. Quindi posso basarmi, per dare un giudizio, solo sull’ascolto di questo “Portal To Uphobia”.
Il sound degli olandesi ad un sommario ascolto mostra in maniera lampante le influenze di una band come i Dark Tranquillity, e ciò di per se potrebbe essere un punto a sfavore della band, tanto più che oggi è ancora più difficile suonare death metal melodico, visto che ormai il mercato è già un bel po’ di anni che è saturo di uscite del genere. Tuttavia sono del parere che bisogna sempre distinguere tra chi le cose le sa fare e chi non le sa fare, prescindendo dall’originalità, e a me sembra che i Detonation ci sappiano fare decisamente.
Baso questa mia affermazione sul fatto che la band ha songwriting dinamico e maturo, nel quale si sposano alla perfezione melodie mai banali e vigorosi assalti all’arma bianca, sicché potenza e parti più soft sono amalgamate con sapienza. Le canzoni sanno essere anche varie, e di questo dobbiamo rendere grazie sicuramente alla bravura esecutiva della band, nella quale forse il meno bravo è proprio il singer, ma non per demeriti tecnici, bensì solo perché ha una voce troppo simile al frontman dei Dark Tranquillity, perché per il resto anche lui fa la sua parte.
L’iniziale “Into Sulphur I Descend” ci mostra subito di che pasta è fatta la band, e menomale che c’è scritto sulla bio che sono olandesi, altrimenti metteremmo tutte e due le mani sul fuoco giurando che siamo dalle parti di Goteborg o Malmoe. Si viene investiti da un tourbillon melodico sorretto da un batterista possente con i chitarristi bravi a disegnare fraseggi molto espressivi nel mezzo della song. Altra song molto bella è “End Of Sight, End Of Fears”, la cui struttura mette in risalto soprattutto la bravura dei chitarristi con assoli ispirati, ricchi di pathos e atmosfera. Atmosfera che ritroviamo nella strumentale “Lost Euphoria Part III”, una canzone che inizia con chitarre spagnoleggianti e si evolve in una nuance melodica di assoluto valore.
Il disco difficilmente mostra segni di cedimento ed è solo verso la fine che risente di un po’ di stanchezza compositiva, con pezzi come “Beyond The Margin” che non aggiungono molto a quanto già detto fino a quel momento.
In definitiva un disco molto piacevole che non potrà non piacere agli amanti di queste sonorità, tanto più che pur non nascondendo le inevitabili influenze swedish, la band mette in mostra le proprie qualità, che non sono poche. Bravi.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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