Copertina 8

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2017
Durata:41 min.
Etichetta:Agonia Records

Tracklist

  1. INFINITESIMAL TO THE INFINITE
  2. ACCIDENT AND ERROR
  3. CASCADING FAILURES, DIMINISHING RETURNS
  4. MITHRIDATIC
  5. TRUTHSLAYER
  6. INVARIANCE UNDER TRANSFORMATION
  7. DAJJAL
  8. A BURDEN OF PRESCIENCE
  9. UNEQUIVOCAL
  10. REVOLUCIóN (BRUJERIA COVER)

Line up

  • Paul Ryan: Guitars, Vocals
  • John Longstreth: Drums
  • Mike Flores: Bass, Vocals
  • Jason Keyser: Vocals

Voto medio utenti

“Unparalleled universe”, ottavo album in carriera per gli Origin, segue di tre anni l’uscita del controverso “Omnipresent” (ad alcuni piacque da morire, altri lo trovarono asettico) può esser riassunto con una semplice frase: l’ennesima mazzata sulla nuca.

Sulle capacità tecniche del quartetto credo che nessuno di noi possa contestare alcunché: le rapidissime esecuzioni di Paul Ryan sono di una precisione disarmante, così come l’intera sezione ritmica del duo Flores/Longstreth, rispettivamente basso e batteria, crea un muro impenetrabile (in alcuni frangenti fin troppo impenetrabile da quanto è serrato, ascoltare le prime due canzoni in sequenza per conferma)

La bravura della band è sempre stata quella di conciliare il mix di tecnica/brutalità/dinamicità cercando di non cadere nel monotono mitragliamento a tappeto per quaranta minuti e “Unparalleled universe” si attiene a questa legge non scritta, presentando al suo interno una varietà di soluzioni che però hanno la tendenza a prediligere le ritmiche serrate di cui sopra rendendo ostica l’identificazione anche dopo diversi ascolti.

Dopo la doppietta tritaossa di “Infinitisemal to infinite” e “Accident and error”, con le successiva “Cascading failures” e “Mithriadatic” si comincia ad avvertire una progressiva variazione delle ritmiche (o “Truthslayer” somiglia dannatamente alle cose più recenti dei Malevolent Creation o io non capisco più nulla di musica estrema!) fino a giungere alla parte finale del disco dove il riffing presenta diversi accenni armonici (v. “Burden of presience”) fino alla suite (oltre nove minuti) “Unequivocal”.

L’album termina, come da abitudine, con una cover: questa volta è toccato ai feroci Brujeria e alla loro “Revolucion” l’onore di chiudere “Unparalleled universe”, disco che pur osando meno di quanto sperassi, riesce a svolgere adeguatamente il proprio compito.

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