Copertina 8

Info

Anno di uscita:2017
Durata:35 min.
Etichetta:Napalm Records

Tracklist

  1. MENTAL PENITENTIARY
  2. AS LIFE SLOWLY FADES
  3. USPENDED REANIMATION
  4. BROKEN DREAMS IN ISOLATION
  5. FEED ME VIOLENCE
  6. OBLIVION
  7. SHADES OF SOLITUDE
  8. ANGER WITHIN
  9. AMONG THE DEPTHS OF SANITY

Line up

  • Joe: vocals, guitars
  • Sam Lemmens: guitars
  • Senne Jacobs: drums
  • Max: bass

Voto medio utenti

Dopo un discone come "Pulses Of Pleasure" (2015, ne parlavo qui), gli Evil Invaders non potevano fallire, dai, era impossibile. Troppo il loro potenziale, esagerata la loro spinta metallica, la loro carica live, insomma, tutto era in regola per un nuovo grande album. Ed ecco che arriva puntuale "Feed Me Violence", una bordata speed metal che non fa prigionieri, addiruttura un passo avanti rispetto al già esaltante predecessore. È davvero tanta la carne al foco in questo dischetto che invece di sassarvi le palle con un'analisi track by track vi parlo in generale dei tanti pregi e qualche difettuccio di questa proposta.

Prima di tutto possiamo tirare un sospiro di sollievo, il loro stile è per fortuna immutato e anche su "Feed Me Violence" i belgi riversano il loro mix di Agent Steel, Exciter, Razor e classic metal, la "novità" è che compiono un passo avanti curando maggiormente le composizioni. La velocità, le accelerazioni fulminee non sono una semplice dimostrazione di forza ma sono dosate, incastonate in una struttura ricercata, pregna di metal classico e che ospita ampie porzioni strumentali e perfino diverse aperture acustiche. Quello che sbalordisce è la naturalezza con cui gli Evil Invaders riescono a passare da schegge impazzite eseguite in modo davvero preciso, a fraseggi pieni di gusto dove l'emozione è palpabile. Certo, sono sfrontati, un po' arroganti e qualcuno potrebbe tacciarli di essere dei merdosi che vivono sull'ondata di popolarità, sul revival di queste sonorità ma... non credo che Juan Garcia o John Ricci siano milionari, quindi, di cosa stiamo parlando? Ci muoviamo sempre nell'underground e questa è una band che risponde alle chiacchiere con i fatti.

La voce di Joe continua ad essere un piccolo limite, il frontman ha un timbro e uno stile che vanno benissimo per il genere proposto, ma ripete cadenze e metriche sempre simili, quando potrebbe utilizzare in modo più vario le sue abilità per dare più carattere ai pezzi senza perdere incisività. L'altro piccolissimo appunto è che, mentre le due chitarre riescono ad essere eccellenti nel passarsi il testimone, negli assoli e nelle melodie, non eseguono molti riff ficcanti o davvero memorabili. Le canzoni, infatti, le ricordi per il loro andamento, per le aperture, per una melodia ma difficilmente per un riff. Non che sia obbligatorio basarsi sui riff, ma in questo genere è quantomeno inusuale non puntare forte anche su questo aspetto.

Tolte le mie ultime personalissime considerazioni, è certo che i vecchi dinosauri amanti di queste sonorità avranno sicuramente di che gioire nell'ascoltare "Feed Me Violence" mentre i nuovi sbarbatelli del metal (ma ce ne sono?) farebbero bene a riporre i loro ascolti bombastici fatti da band di plastica e fuffa per buttarsi sugli Evil Invaders e supportare chi versa sudore e passione nella propria musica.



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Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

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