"
A volte ritornano", il titolo del best seller di Stephen King si adatta benissimo agli
Autograph, band storica dì Hair Metal che negli eighties piazzò alcuni ottimi albums quali "
Sign In Please", "
That's The Stuff" e il singolo "
Turn Up The Radio " e che ora ritornano sulle scene col nuovissimo lavoro "
Get Off Your Ass" dopo lo scioglimento del 1987.
Nella line up troviamo sempre il prodigioso chitarrista
Steve Lynch, inventore della tecnica del tapping a otto dita e il nuovo singer (nonché chitarrista ritmico)
Simons Daniel vero mattatore col la sua timbrica scura e profonda. Gli Autograph del 2017 sono più ruvidi, più Hard Rock rispetto alla band "patinata"degli eighties, che era fortemente debitrice verso Loverboy e Def Leppard
Già dall'opener ( la titletrack ) notiamo un tiro più cattivo che non rinnega l'aspetto melodico e catchy tipicamente Autograph, ma lo esalta con dosi di energia; il sound del disco è più muscoloso, le tastiere sono scomparse e sono i guitar riffs a dettare legge mentre i chorus contagiosi da cantare a squarciagola rimangono una gradita costante.
Abbiamo il lento "
All' I Own", i riff rocciosi di "
You Are Us, We Are You" , il ritmo frizzante di "
Meet Me Half Way" che ricorda"
Yippie Aye Yay"dei Gotthard, l'hard robusto alla Kiss di "
I Lost My Mind In America" e "
Ready To Get Down", insomma i nuovi Autograph sono una band matura, coesa che sa regalarci deliziosi gioiellini dì hard Rock, perché non lasciarci deliziare?
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