Gran colpo da parte della nostrana
Punishment18 Records che restituisce attenzione e reperibilità a quello che risulta essere una gemma del thrash metal, ovvero il terzo ed ultimo lavoro degli statunitensi
Devastation, band texana che nella seconda metà degli anni '80 ha inciso, tra gli altri, uno dei più intensi e riusciti album di thrash metal oscuro, pesante, a volte con qualche deriva death metal, e caratterizzato dalla voce soffocata di
Rodney Dunsmore.
Dopo l'esordio "
Violent Termination" del 1987, assai rozzo e primordiale, il primo ed enorme passo avanti è rappresentao dal secondo "
Signs of Life", uscito per Combat Records nel 1989, penalizzato purtroppo da una produzione deficitaria e anch'esso ristampato in questi giorni dalla Punishment18.
Il vero capolavoro, paradossalmente, giunge con la loro ultima fatica del 1991 a nome "
Idolatry" che suona splendidamente, anche grazie alla produzione affidata a
Scott Burns.
Arrivati ormai fuori tempo massimo in piena crisi di vendite del thrash metal, "
Idolatry" nonostante i buoni consensi della stampa non riesce ad arginare la crisi di settore, amplificata a dismisura nell'anno seguente dai passi indietro dei colossi del genere, come
Metallica,
Megadeth e
Testament.
Questa è la giusta occasione per rilanciare, per gli appassionati ovviamente e non per i casual listeners, una band che ha avuto zero fortuna e tanti meriti.
Rispetto all'originale, troviamo una buona registrazione live di quattro brani, tra cui spicca "
Meet Your Maker", addirittura ripescata dal primo disco, che ci fa comprendere appieno come questa band fosse assolutamente trascinante anche da sopra un palco.
A voi la videorecensione di "
Idolatry".