Per la serie piccoli Tolkien crescono, oggi vi presentiamo i brasiliani (!)
Khazad Dûm i quali vanno ad aggiungersi alla lunghissima pletora di band che dal grande scrittore inglese hanno preso monicker e tematiche.
Il terzetto carioca secondo quanto scrive la loro casa discografica, la piccola
Wrath of the Tyrant Records (divisione della ATMF), si ispira ai primissimi lavori di Abigor e Summoning declinandoli, però, in una chiave più tipicamente black metal.
Ora, se è vero che qualche influenza dei primi è certamente riscontrabile in
"Garmadh" mentre dei Summoning io non ho sentito niente, è anche vero che i
Khazad Dûm, in realtà, ci offrono un black metal vecchio "stampo", epico, con alcune buone intuizioni melodiche (
“The Ban of Wisdom” gode di ottimi intrecci chitarra/tastiera) e con un piede ancorato nell'heavy metal più classico soprattutto per quanto concerne gli assolo di chitarra e certe atmosfere che i Nostri riescono a creare.
"Garmadh" è, dunque, un EP piuttosto lineare, quasi "facile" nel suo essere diretto e senza troppi fronzoli, caratterizzato da una buona registrazione e dalla capacità, non da tutti, di saper alternare in maniera convincente momenti più oscuri ad altri più melodici, in un certo modo medievaleggianti (“Dark Medieval Times” è un album che i brasiliani devono conoscere molto bene...) caratteristiche queste che rendono l'album interessante seppur non troppo originale.
In conclusione credo che questi brasiliani abbiano del talento che potrebbe portarli, in futuro, a realizzare qualcosa di affascinante: se così non fosse, almeno ci resta
"Garmadh" una valida alternativa ai soliti grandi nomi (o presunti tali).
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