È una linea di basso dal sapore funk a introdurre questo
"I Shall Forgive", seconda prova sulla lunga distanza per il quartetto svizzero
The Erkonauts. Ma
"è tutto un attimo" perché poi
"Little Mary" sfocia rapidamente in sonorità sguaiate e "cazzute" alla maniera dei primi Mastodon. Con la successiva
"Seven Macaw" capiamo perché la band è stata descritta come “la versione prog dei Motörhead”, e non c'è tregua nemmeno con
"Globlebl", dove si percepiscono sfumature indie e post. In
"The Snick" l'approccio è più propriamente progressivo - almeno nelle scelte timbriche e dinamiche - pur rimanendo una traccia al vetriolo, mentre
"Chaos Never Fails To Appear" mi fa scomodare un'etichetta che personalmente non apprezzo ma che in questo caso calza a pennello, cioè "progressive punk". Il fascino di
"The Groove Of The Sorry" sta nel suo essere marziale e grooveggiante allo stesso tempo, prima delle atmosfere "senza compromessi" di
"Cacoit", assimilabili ai primi minuti del full-length. Nella lunga
"Tales Of A Thousand Lives" c'è spazio anche per le influenze psych e alternative - grazie a un uso intelligente delle tastiere - in totale antitesi con la conclusiva
"Sappy" (con l'ospite
Tom Mumagrinder dietro al microfono) a base di growl e blast beat.
Come direbbero gli inglesi
"that's just not my cup of tea", ma un ascolto i
The Erkonauts lo meritano sicuramente.
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