Quello degli
Eternal Flight è un sound che di originale ha ben poco. Il cantante
Gérard Fois ha un timbro che non può non ricordare
Rob Halford e quasi tutto quello che canta rimanda ai Judas Priest del periodo
"Painkiller" (
"Poison", "Angels Of Violence", "Machine Gun" o
"Pandora's Box" - che ha qualcosa anche dei Black Sabbath - sono lì a dimostrarlo).
Il millantato progressive metal si mostra timidamente in poche occasioni, peraltro abbastanza sgangherate (la titletrack è forzata e zeppa di cliché, così come la meno disastrosa
"Labyrinth"). Altri episodi sono più vicini all'heavy degli Iron Maiden o dei primi Savatage (penso a
"Danger Calling" o alla lunga
"Nightmare King II", con i coretti in stile Deep Purple/Uriah Heep). Con un po' di buona volontà
"Succubus" spicca rispetto al resto grazie al riuscito mix di idee messe in campo da
Fois e soci che vanno dai Goblin ai Queensrÿche, ma il tutto è vanificato da tracce come
"Routine Of Darkness" - ballad dall'arrangiamento acustico e minimale che sfocia troppo presto in hard rock piatto e scontato - o
"Sinner", inaspettato (e fuori luogo) tributo all'epic metal di band come Virgin Steele, Manilla Road e Manowar.
Ci sarà pure
John Macaluso (Labÿrinth, ex-Malmsteen, ex-Ark, ex-Riot V) alla batteria in alcune tracce, ma personalmente vi consiglierei di spendere i vostri soldi in altro modo...
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