Un concentrato di tensione esasperata e parossistica che esplode in catartici fiotti di rabbia e livore contro una società ipocrita e annientatrice … questo in estrema sintesi il contenuto di “
Dichiarazione d'odio” dei
Vetriolica, formazione veronese operativa negli anni novanta (all’attivo un albo su Toast Records “
Ferocia”, prodotto nientemeno che da
Paul Chain) e oggi ritornata, con una nuova sezione ritmica, a far sentire il suo efferato urlo di disprezzo grazie all’
Andromeda Relix.
Il disco ha un impatto emotivo deflagrante, ma non si tratta in realtà di una furia “cieca”, dacché il gruppo veneto dimostra di possedere la necessaria cultura per variare a sufficienza il suo canovaccio espressivo, attingendo sia da Slayer e Sepultura quanto dalle diversioni schizofreniche di Gojira e (primi) Mastodon.
Ne scaturiscono bordate soniche che colpiscono forte e nel profondo, con un cantato in linguamadre gutturale e soffocante che alimenta il senso di disagio, alienazione e furente impotenza, mentre chitarre e tamburi edificano un muro del suono poderoso e non per questo oltremodo monocorde e statico.
Dopo l’
intro claustrofobica “
Melma”, sono gli accenni
crossover di “
Vetriolica” (
feat. Petrus Filippi) ad accendere i sensi e sensazioni analoghe le garantiscono pure le ossessioni schiaccianti di “
Impatto zero”, la tormentata raffinatezza di “
Malata”, il
groove scorticante di “
Vuoto a perdere (V.A.P.)” e “
Senza appello” e la violenza paranoica di “
2473” e “
Psicotropazione”, due macigni di angoscia e disperazione che si abbattono sull’astante senza consentirgli un’agevole via di fuga.
“
Discesa agli inferi... (Fuga dalla galera)” è l’apocalittica coda strumentale di un ritorno da accogliere con favore, che suona “vero” e credibile, oltre che parecchio coinvolgente.
Ora che sono tornati, attenzione ai
Vetriolica … io vi ho avvertito.
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