Quello che più colpisce dell'esordio dei Malet Grace è come le chitarre della coppia formata da Giampaolo Polidoro (che assolve più che discretamente anche i compiti di voce solista) ed Alessandro Toselli riescano a convincere e a stupire spaziando in lungo ed in largo attraverso varie influenze (Prog, Power ed il Metal più classico), per quanto il loro guitarwork sia spesso e volentieri ben focalizzato sul Thrash Metal.
Ma non si tratta dell'unica qualità della formazione laziale, che dimostra di aver tante altre frecce nella propria faretra e pronte a essere scoccate e - a mio parere - a centrare il bersaglio, come nel caso di "Subconsciousness of Misery", dell'immediata ed urgente "Egopathy" o dell'episodio conclusivo, la cangiante "Where False Idols Pray", quelle che reputo le canzoni più rappresentative di questo "Malsanity".

Parlando di Thrash, più che alla scena statunitense (anche se è evidente una certa influenza da parte dei Megadeth) nel songwriting dei Malet Grace è riconoscibile un tocco più europeo, dalle parti di Symphorce, Angel Dust e Stygma IV, per il suo essere contaminato dal Progressive Metal più aggressivo, e talvolta mi sono trovato a ripensare persino ai nostri Dark Horizon, per quanto i Malet Grace si spingano su terreni più aggressivi, come quando vanno a sfiorare quelle soluzioni Black o Death che talvolta affiorano, come nel corso di "The Human Side of Schizophrenia" o "Empathy for Silence".
Questo, a testimonianza di come li brani siano, spesso e volentieri, articolati e intricati, nel loro assecondare e accompagnare il concept messo in atto, incentrato sulla "disgregazione dell'io e dei concetti del bene e del male".
Un tema che merita di essere approfondito, come la conoscenza dei Malet Grace, che sono già al lavoro sulla loro prossima realizzazione, l'EP "Humanocide" la cui uscita è prevista nei primi mesi del 2018.



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