Vecordious - Anthropogenic Deterioration

Copertina 5,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2017
Durata:40 min.
Etichetta:Rock‘N‘Growl Promotion

Tracklist

  1. DESCENT OF THE DJINN
  2. PURGING
  3. SENTINEL OF DECAY
  4. THE LYCAN
  5. AWAITING DECIMATION
  6. A SEPTIC ILLUSION
  7. THE APPARITION
  8. THE HELMSMAN
  9. GHASTLY SEPICITY
  10. ABERRATION
  11. DEMON OF DEMISE

Line up

  • Jon Einar Hektoen: bass
  • Ole Nordsve: drums
  • Kjell Nilsen: guitars
  • Roger Isaksen: guitars, vocals

Voto medio utenti

Con Dan Swanö dietro la console, con musicisti provenienti da gruppi quali Cor Scorpii (nati dopo la morte di Valfar e la fine di Windir), Posthum e Celebratum, i norvegesi Vecordious esordiscono, sulla lunga distanza, con "Anthropogenic Deterioration", un album difficilmente inquadrabile in un genere ben preciso ma che, comunque, si inserisce nel contesto di un Extreme metal "moderno" e tecnico.
In parole semplici il gruppo suona death metal che strizza l'occhio alle soluzioni più innovative del genere senza dimenticare l'insegnamento dei gruppi svedesi della scena di Göteborg e quelli degli Emperor di "Prometheus - The Discipline Of Fire And Demise", il più death oriented dei loro lavori, per un risultato complessivo che io ho trovato piuttosto noioso e privo di appeal.
Di certo, come ho anticipato, i Vecordious suonano molto bene ed i loro brani sono complessi e frutto di un preciso lavoro di arrangiamento, ma quello che manca è la melodia vincente, l'idea particolare, lo spunto vincente, insomma la scintilla che fa nascere l'amore verso un album.
Al termine dell'ascolto dell'album non resta niente.
Almeno questo è successo a me: tutti gli intrecci, i cambi di tempo, le vocals in scream o in toni più bassi, alternati di tanto in tanto da voci "pulite", gli assolo, tutto in pratica, non resta in mente. Hai la sensazione di aver assistito ad una bella lezione di stile, sai di aver ascoltato un disco prodotto molto bene, ma poi avrai voglia di passare ad altro.
Mi dispiace, ma per me "Anthropogenic Deterioration" non passerà la prova del tempo e nemmeno quella del presente.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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