Eccolo qui "il responsabile" di questa mastodontica operazione wagneriana posticipata per anni da
Christofer Johnsson - e probabilmente dalla stessa
Nuclear Blast. La prima cosa che fa pensare è come un libro così piccino (appena 60 pagine scritte belle grosse) abbia generato 3 ore abbondanti di musica e testi. Dopo aver letto il libro invece (e l'ho letto) un altro pensiero è andato al cast del nuovo album dei
Therion: possibile che siano serviti 30 ruoli quando i protagonisti veri e propri dello scritto di
Soloviev sono appena 5 (6 esagerando)? Il mistero si infittisce, ma andiamo con ordine...
"Il Racconto Dell'Anticristo" è - a detta dello stesso
Johnsson - un'opera sì affascinante, ma non di certo un capolavoro immortale (il finale, tanto per dire, è scandaloso). Il protagonista è
"un uomo di particolare prestigio [...], un superuomo" con un'autostima non indifferente che lo porta a convincersi di essere
"il secondo [dopo Cristo], ma chi viene dopo in ordine di tempo apparirà primo". Non arrivano segnali tangibili a supportare la sua tesi fino a che - persa ogni speranza - nel tentativo di buttarsi da un burrone, viene salvato da
"una figura che emanava una luce fosforescente e torbida". Dopo una piacevole chiacchierata al chiaro di luna, "la figura" si "impossessa" del protagonista che nel giro di poco tempo si ritrova a pubblicare la sua opera più prestigiosa e acclamata (
"La Via Aperta Verso La Pace E La Prosperità Universali"). Avanti veloce: il superuomo diventa imperatore del mondo, risolve tutti i problemi economici e sociali e un mago di nome
Apollonio - probabilmente mandato dalla "figura" - diventa suo consigliere. Il protagonista inciampa però nella questione religiosa (perché si è pure messo in testa di mettere d'accordo tutti i cristiani del mondo). Organizza un maxi-evento a Gerusalemme e - senza l'aiuto di Facebook - riesce a far arrivare oltre mezzo milione di pellegrini. Qui i tre capi delle rispettive chiese cristiane (il papa
Pietro II per i cattolici, il monaco
Giovanni per gli ortodossi e il teologo
Ernst Pauli per i protestanti) capiscono che qualcosa non va e, smascherato l'Anticristo... il racconto finisce.
Soloviev improvvisa un finale mal esposto in cui dopo mille peripezie in un gigantesco scontro finale trionfano i cristiani, ma è veramente una schifezza.
Tutto 'sto
Bignami per cosa? Per presentare le (poche) novità introdotte da
Johnsson: l'Anticristo ha una moglie, il monaco
Giovanni viene sostituito da un'altra donna che è anche cognata del protagonista, e nella guerra finale muoiono tutti. Tié.
E finalmente eccoci qui a parlare di
"Beloved Antichrist". Viene da sé che un triplo CD - che di metal ha molto poco - scoraggerebbe chiunque, ed è matematicamente impossibile tenere alto il livello di concentrazione di un ascoltatore per così tanto tempo senza nemmeno un minimo supporto visivo
(ma non credo che sia un motivo sufficiente per non provarci, ndr). È altrettanto chiaro che un'opera di questo tipo, in un mondo ideale, potrebbe dare il suo massimo solo in un contesto teatrale, su di un palco bello spazioso con delle azioni tangibili a corredo di un libretto che dovrebbe essere consegnato nel foyer davanti alla biglietteria
(i testi, purtroppo, non sono pervenuti col promo, ndr). Ma nonostante tutto questo, per me, il nuovo album dei
Therion è una scommessa vinta, alla faccia di chi parlava a priori di un gigantesco buco nell'acqua.
Vi risparmio un
track-by-track "duro e puro", ma vi assicuro che gli episodi buoni sono tanti e distanti anni luce dal disgraziato
"Sitra Ahra". Semplificando credo di poter dire che nel primo atto dell'opera dominano i mid-tempo heavy e cadenzati (
"Never Again", "Bring Her Home", "Our Destiny"), nel secondo la proposta si fa più diretta e incisiva (
"The Arrival Of Apollonius", "Remaining Silent") e nel terzo
Johnsson dà sfogo alle sue pulsioni più propriamente progressive (
"Forgive Me", "Burning The Palace").
Personalmente suddividerei le 46 (!) tracce di
"Beloved Antichrist" in 4 grandi macrocategorie, ovvero le tracce riuscite, le tracce non riuscite, le tracce che non ho ancora capito se sono riuscite o meno e le tracce più propriamente legate al passato della band. Riuscite mi sembrano l'enigmatica ouverture
"Turn From Heaven", la sfaccettata
"Morning Has Broken", l'introspettiva
"Nothing But My Name", la burtoniana
"Pledging Loyalty", la verdiana
"Behold Antichrist", la progressiva
"Astral Sophia", la nervosa
"Rise To War", l'epicissima e zeppeliniana
"Theme Of Antichrist", oltre alle sopraccitate
"Forgive Me" e
"Burning The Palace". Meno convincenti sono sicuramente brani come la zuccherosa
"Garden Of Peace", la pseudo-eroica
"The Lions Roar" o la goffa
"Laudate Dominum". Se invece siete alla ricerca del caratteristico "Therion-sound" scorgerete echi di
"Lemuria/Sirius B" in
"Anthem" o
"To Shine Forever", rivivrete le trame corali di
"Secrets Of The Runes" con
"Signs Are Here" o
"Bringing The Gospel" e tornerete indietro di vent'anni ai tempi di
"Theli" e
"Vovin" con
"To Where I Weep" e
"Thy Will Be Done!". Alzo infine le mani sulle varie
"The Palace Ball" (il riff dal sapore modern metal non l'ho capito),
"Jewels From Afar" (Guns'N'Roses in salsa lirica/sinfonica),
"Temple Of New Jerusalem" (un po' insipida) o
"The Wasteland Of My Heart" (troppo "innocua" per le mie orecchie):
fate vobis.
Pazienza per qualche inevitabile
filler (perché secondo voi "Tristano E Isotta" è sbalorditivo dall'inizio alla fine? ndr) come
"Where Will You Go",
"Cursed Be The Fallen" - dai tratti priestiani - o le interlocutorie
"Time Has Come..." o
"Striking Darkness". Alla fine di queste 3 lunghissime ore c'è solo spazio per gli applausi.
Non posso prevedere come
Johnsson e soci renderanno dal vivo questo lavoro ambizioso e titanico, ma non vedo l'ora di poterlo vedere con i miei occhi.