Gli svizzeri
Palmer giungono al terzo full-lenght di una carriera passata, a quanto pare, a rincorrere i giganti americani del postcore, che si chiamino
Neurosis,
Mastodon o
Converge.
Il nuovo “
Surrounding The Void”, uscito da quasi un anno e mezzo, è un disco che ricalca tutti i clichè di cui sopra, fondendo quindi voce abrasiva, sfuriate hardcore metallizzate, strutture articolate e brutali, ma con l’accortezza, della quale gliene siamo grati, di inserire lunghi intermezzi strumentali placidi e progressivi, come ad esempio “
Artein”, i quali aiutano a sopportare lo spropositato minutaggio, 60 per la precisione, che lascia trasparire una preoccupante assenza di senso della misura, invero ampiamente dimostrata dalla lunghezza dei singoli pezzi.
I
Palmer ad ogni modo ce la mettono tutta, osando persino partiture meshugghiane (odio la parola djent) in pezzi come “
Digital Individual”.
Le canzoni sono ben strutturate e suonare e, al netto della carenza di originalità, hanno un bel tiro.
Senza voler andare troppo per le lunghe, e volendo restare in tema natalizio (scrivo al 23/12/2017), “
Surrounding The Void” è una bella scatola regalo, laccata e piena di lustrini, ma contenente la solita sciarpa che vostra nonna puntualmente vi regala ad ogni Natale da 15 anni a questa parte.
Sei politico, come si diceva una volta.
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