Si respira un fortissimo odore di zolfo ascoltando il debutto dei norvegesi
Howlin' Sun (e state pure tranquilli, non mi sta andando a fuoco casa): l'hard rock "nostalgico" del quartetto è così efficace da rievocare distintamente nomi indimenticati come Cream, The Doors, Led Zeppelin e Jimi Hendrix.
L'iniziale
"Hitchhiker Of Love" strizza l'occhio alle sonorità acide degli Spiritual Beggars, mentre i due minuti della disperata e incisiva
"Westbound" condensano perfettamente il sound degli artisti di cui sopra. Le atmosfere desertiche di
"Move" anticipano la blueseggiante
"Strange Night", con l'impressionante
Tor-Erik Bjelde mattatore indiscusso.
"Yellow Lit Road" è lenta e cadenzata alla maniera di
Lou Reed, in contrasto con
"Day-To-Day Blues", d'ispirazione southern rock.
"Jupiter" e
"Nothing Like A Shelter" sembrano prese direttamente da
"Electric Ladyland", e preludono a
"The Day Took My Sunshine Away", terzinato che spicca per la presenza dell'armonica. La chiusura è affidata a un'inaspettata - ma riuscita - traccia acustica, che potrebbe ricordare
Neil Young, dal titolo
"A Little Bit Of Rain".
Assolutamente nulla di originale o di innovativo, ma di certo un ascolto più che godibile.
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