Copertina 6,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2017
Durata:61 min.
Etichetta:Fastball Music

Tracklist

  1. THE INSANITY ABSTRACT
  2. THE PALE KING
  3. FOLLOW
  4. MAKE BELIEVE (SLIPSTREAM PART I)
  5. LILITH CRIES
  6. FRAME BY FRAME (SLIPSTREAM PART II)
  7. UNFORGIVABLE BLACKNESS
  8. WE BECOME WHAT WE ARE
  9. DISBELIEF (SLIPSTREAM PART III)
  10. THAT WAY MADNESS LIES
  11. SOMEWHERE ALONG THE LINE
  12. WHEN THE MIND BURSTS

Line up

  • Philipp Schönle: guitar
  • Daniele Dei Giudici: bass
  • Bastian Rose: vocals, keyboards
  • Ralf Nopper: drums
  • Thomas Rösch: guitar

Voto medio utenti

Terza fatica discografica sulla lunga distanza per i Vanish, formazione dedita a un power-prog metal molto “classico” e assai accurato, come da tipica tradizione teutonica.
Notevole padronanza degli strumenti, un certo buongusto melodico e una voce di valore, non bastano, però, a svincolare completamente il quintetto di Stoccarda dal pantano del “già sentito”, sulla scia di gruppi come Ivanhoe, Secrecy, Circus Maximus, Lanfear o i nostrani Eldritch.
The insanity abstract” si rivela, così, un albo tutto sommato godibile, che non possiede i requisiti necessari per distinguersi in maniera perentoria, ma che al contempo si lascia ascoltare abbastanza agevolmente, riuscendo a destare l’attenzione soprattutto nei brani maggiormente articolati (l’evocativa suite in tre parti “Slipstream” e l’epilogo dell’opera “When the mind bursts”, probabilmente il best-in-class dell’intera raccolta) o quando la laringe del bravo Bastian Rose riesce a imprimere grinta e pathos supplementare a composizioni ben ideate (“The pale king”, la melodrammatica ed enfatica “Lilith cries”) pur nella loro pressoché assoluta “prevedibilità”.
A meno di una sorta di ballad sinfonica piuttosto apatica (“We become what we are”), il resto del programma si assesta su livelli più che dignitosi e tuttavia in tutta franchezza non credo che una prova di questo tenore sia sufficiente per assicurare alla band quell’affermazione che insegue dal 2000.
Se amate il genere alla follia e non richiedete ai suoi propugnatori una particolare personalità espressiva, i Vanish possono tranquillamente essere aggiunti con profitto alla lista dei vostri ascolti quotidiani, mentre ritengo che tutti gli altri possano passare oltre senza eccessive remore.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 15 gen 2018 alle 16:01

Vi ringrazio di cuore per aver pubblicato la recensione di questo disco pur trovandomi in totale disaccordo con il giudizio espresso. A mio giudizio questo è un album che richiede numerosi ascolti per essere apprezzato appieno. Le influenze da parte delle band citate sono si presenti ma non così marcate da scalfire la personaità messa in mostra dai Vanish in questa loro ultima fatica. Una nota di merito per "We become what we are" che da sola varrebbe l'acquisto del biglietto....

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